in questa newsletter vorrei prendere spunto dal Convegno organizzato dalla società di gestione dell’Ippodromo di Modena a cui ho partecipato questo sabato e legato al tema delle scommesse e alla loro necessaria riforma.
Un tema centrale come tutti gli ospiti hanno avuto modo di confermare, ma soprattutto un tema indifferibile, come peraltro era già stato rilevato nel convegno, sempre sulle scommesse, al quale avevo avuto modo di partecipare a Fiera Cavalli. La differenza, direi di approccio, rispetto a quest’ultimo è che a Verona i relatori erano principalmente gli assuntori di scommesse, mentre questo fine settimana il focus era sugli operatori.
In entrambi gli incontri ho potuto apprezzare alcuni aspetti che vorrei qui condividere assieme a voi.
Innanzitutto va sottolineata la centralità del MASAF in entrambe le occasioni.
Il primo incontro vedeva il Ministero nella veste di organizzatore e di questo gli va dato particolare onore, poiché come sapete il Ministero dell’Agricoltura non ha la titolarità delle scommesse e quindi non è per nulla scontato che un Ministero organizzi un incontro su un tema per il quale tutto sommato può solo fare opera di persuasione e non intervenire in maniera diretta. Altresì, la presenza del Direttore Generale Chiodi e il suo intervento in apertura al convegno di sabato, segna una conferma dell’importanza che in via XX settembre danno alla riforma della nostra Ippica. Credo che questo aspetto vada rimarcato, perché non è per nulla scontato.
Mi viene da dire che l’incontro del Ghirlandina sia anzi stato “favorito” proprio dall’attivismo del Ministero e della Direzione Generale per l’Ippica, perché è come se questa concreta azione riformatrice abbia liberato le energie che un decennio di letargo istituzionale aveva sopito.
Detto questo mi pare di poter affermare che tutti gli intervenuti di entrambi i convegni siano concordi su un punto: le scommesse ippiche, così come sono oggi strutturate, non hanno futuro, bisogna riformarle e farlo in maniera pressoché radicale.
Le modalità di intervento divergono, ma forse nemmeno così tanto, perché i rappresentanti dei concessionari hanno avuto a Verona un approccio più tecnico, nel senso che si sono focalizzati di più sugli interventi da attuare: abbassare il prelievo sul gioco a quota fissa e concentrarsi su questo, piuttosto che sul rilancio del totalizzatore ritenuto oramai obsoleto. Cercare nuove tipologie di gioco, ad esempio poter giocare anche a corsa iniziata, oppure poter giocare multipli sull’ippica assieme agli altri sport, o ancora la possibilità di “bancare” le scommesse ippiche.
Insomma un approccio legato alle modalità di azione, invece nel convegno di Modena pur non disdegnando a priori quanto sopra, ci si è più concentrati sulla Governance delle future scommesse ippiche, ovverosia la necessità che la futura Agenzia dell’Ippica, il cui processo di realizzazione speriamo tutti possa incominciare con l’approvazione del collegato in finanziaria, possa avere in mano le leve per intervenire sui giochi ippici. Attraverso l’Agenzia le categorie dell’ippica potrebbero davvero tornare ad avere voce in capitolo sui ricavi derivanti dal loro settore, cosa che peraltro già avveniva ai tempi dell’UNIRE.
Questa sorta di controllo nelle mani degli ippici è doppiamente rilevante a mio modo di vedere, da un lato responsabilizza la classe dirigente ippica presente e futura, le scelte (positive o negative che siano) non saranno più subite ma quantomeno verranno avallate dalle categorie, dall’altro consentirà un processo di indirizzo e anche di veto sulle decisioni dalle quali, lo ripeto, discendono gran parte dei ricavi del nostro sport. Ippici finalmente artefici del loro destino.
Permettetemi anche di approfondire un passaggio di uno degli interventi perché conferma una mia convinzione profonda.
Il Dottor Pierini, nel corso della sua approfondita analisi sull’andamento del gioco, ha comparato il numero di ippodromi presenti in Francia (trotto e galoppo) rispetto a quello italiano e inoltre faceva notare come nelle province italiane dove esiste un ippodromo si giochi molto di più rispetto a quello dove l’ippodromo non è presente. Questa doppia comparazione, suffragata da dati, ci conferma come siano in errore coloro che sostengono che il futuro ottimale sarebbe di avere solo quattro o cinque ippodromi attivi, perché invece è vero il contrario, servirebbero più ippodromi degli attuali perché è in questi luoghi che si crea la passione ippica e dunque è lì che nascono i nuovi Proprietari e appassionati e dunque anche scommettitori. Ovvio che non sia un processo attuabile in poco tempo, vista la situazione odierna degli ippodromi e il loro essere sovvenzionati dallo Stato, ma l’idea di fondo è che servirebbe una copertura più capillare e armonica sul territorio per sviluppare il nostro sport e anche di conseguenza per sviluppare la rete delle scommesse ippiche.
Infine nel mio intervento, oltre alla speranza che l’Agenzia diventi realtà, ho posto l’accento su due aspetti che a mio avviso qualsiasi riforma deve avere, dei pre requisiti se volete.
Innanzitutto è necessario un paracadute quantomeno triennale che garantisca le risorse all’ippica finché la riforma della governance e la riforma delle scommesse non avranno sviluppato a pieno i loro effetti. Qualsiasi cambiamento profondo va fatto mettendo in sicurezza i conti, altrimenti si rischierebbe di aver fatto un grande lavoro per nulla.
Altro aspetto basilare è inserire una percentuale sugli altri giochi da devolvere all’ippica, non solo sulle famigerate corse virtuali ma su tutti quei giochi che negli anni hanno sfruttato il know-how della rete ippica. Entrambi gli aspetti ritengo debbano rappresentare la base di qualsiasi riforma delle scommesse.
In definitiva occasioni di confronto molto interessanti e quindi ringrazio nuovamente gli organizzatori perché sempre di più sono convinto che vadano sfruttate queste occasioni per discutere e porre le basi della nostra rinascita ippica.
Salutandovi colgo l’occasione per darvi appuntamento a domenica prossima 08 dicembre a Pisa per la disputa dell’oramai tradizionale Premio Unione Proprietari Galoppo, un’occasione da non mancare!
Presidente U.P.G.
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