14 Agosto 2024
Riceviamo e pubblichiamo questa risposta a Massimo Lotti sul discorso di cantare l’inno in altra contrada in contestazione all’ordinanza del Comune di Siena a firma del Sindaco Nicoletta Fabio.
Pier
“La recente ordinanza del Sindaco che regola il passaggio con il cavallo della Contrada della Chiocciola durante l’attraversamento del territorio della Tartuca ha destato qualche clamore soprattutto nel variegato mondo social che, per sua natura, difetta di una certa memoria storica su argomenti che meritano una conoscenza dei fatti un po’ più approfondita. Dire che “impedire di cantare l’inno durante il rientro è offensivo” come ha scritto il maggiorente chiocciolino Massimo Lotti è una mezza verità o meglio una inesattezza. Nessuno infatti impedisce alla Chiocciola di cantare l’inno, ci mancherebbe. L’ordinanza si limita a vietare di cantare nel territorio dell’avversaria nei giorni di Palio. Tale provvedimento non è certo una novità. Già lo scorso anno il Sindaco De Mossi emanò un provvedimento simile. E’ infatti dall’amministrazione Piccini (quasi trenta anni fa) che, o tramite ordinanza o tramite accordi scritti davanti al Sindaco, che il passaggio in questione viene regolato. Tutto ciò per evitare che i popoli delle due Contrade, in un momento di tensione come il Palio (per il Giro in città infatti tale divieto non ha nessun motivo di essere emanato) possano causare “contatti” le cui conseguenze, considerati i numeri dei contradaioli che sarebbero coinvolti, potrebbero essere di enorme gravità Massimo Lotti dimentica anche un fatto importante. Il divieto riguarda anche la Contrada della Tartuca. Cioè, per essere chiari, i contradaioli della Tartuca non possono cantare nel proprio territorio al passaggio del cavallo e del popolo della Chiocciola. Per chi conosce i rapporti tra le due Contrade nel quadro di questo specifico e delicato momento, dovrebbe apparire una norma di solo buon senso. Altrimenti occorrerebbe ricordare spiacevoli episodi, come l’abbeveramento del cavallo chiocciolino, assecondato dal barberesco, alla fonte battesimale della Tartuca, questo sì un episodio che va contro i valori del Palio e delle Contrade.”
Giovanni Gigli “
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Cioè: “…Nessuno infatti impedisce alla Chiocciola di cantare l’inno, ci mancherebbe. L’ordinanza si limita a vietare di cantare nel territorio dell’avversaria nei giorni di Palio…”, ma “…per essere chiari, i contradaioli della Tartuca non possono cantare nel proprio territorio al passaggio del cavallo e del popolo della Chiocciola…”.
Mi sembra una contraddizione.
Cantare o non cantare “sullo scritto del pomeriggio” ma soprattutto l’italiano. che brutta bestiaccia.
Lo fanno per le prove perché dopo il Palio usano un’altra strada.
È un’usanza a cui negli ultimi 40 anni sono venuti meno una sola volta. Seguito.