PALIO FELTRE 2022

PALIO FELTRE: BELLA FESTA “Caparbietà”, IL RACCONTO DI MIRIANA SALA (1°parte)

09 Agosto 2022

Di ritorno da Feltre sono diverse le impressioni indubbiamente positive che sarebbe bene annotare, ma mi aiuterò dando priorità a quelle che mi pare donino singolarità alla manifestazione veneta, bel lontana topograficamente dai focolai palieschi toscani ma unita nell’intento di invigorirne spirito e forza. Capace di fronteggiare avversità per le quali molti lo scorso anno preferirono indietreggiare, e meteo che sembravano voler posticipare amaramente la manifestazione una volta già avviata.
Caparbietà, una parola traboccata diverse volte in pochi giorni e cucita addosso a tanti. Che denota il lavoro e il sacrificio che permette a questa Corsa di essere oggi, una vetrina importante per molti, un palcoscenico per i mezzosangue che scrivono storie nel resto della penisola e che anche in questa dapprima torrida e poi fresca cittadina del bellunese arrivano con le speranze custodite di fare bene, studiandone talvolta il tracciato, valutando, chiedendo, troncando vecchi rapporti, allacciando con nuove dirigenze, trovando i feeling necessari, dandosi credibilità, sperando nella vittoria alla pari degli altri atleti, che per il Quartiere di appartenenza, si allenano, sono oggetto di confronto e chiacchericci e pronostici e infine lottano, sudando quei punti per i quali nella tre giorni di Feltre, chi conosciamo e che sappiamo solito parlare di cavalli, fidatevi, si arrovella in conti e graduatorie al termine di ogni competizione.
Probabilmente per sentirvi rivolgere domande algebriche da allenatori e fantini dovreste venire qui almeno una volta nella vita.

Indubbiamente un Palio che ha destato curiosità per i soggetti che, da subito, ci hanno dato una nitida certezza della sua conseguente difficoltà (bellezza).
A ciò aggiungiamoci quelle che sono ormai dinamiche alle quali si mette mano nell’invernata, che hanno visto rompere certi rapporti, sperare in alcuni che seppur avviati si sono trovati inconclusi, e il ritorno (in pista o di fiamma per certi altri) . E ancora, certe ciliegine -come abbiamo già definito la vittoria di Duomo- sulle torte di alcuni che, a rigor del fatto che la ciliegia sia una sola, rimarranno così in attesa un altro anno.

Mi viene quindi da spendere qualche parola, prima di dedicarci all’accoppiata vincente, a quelle importanti parentesi che si sono aperte grazie al lavoro di chi per il Palio vive e fa. La presenza di personaggi di spicco, di personalità magnetiche che riescono a far volgere lo sguardo a Nord, in direzione Alpi, in giornate, periodi pieni come pochi (agosto, le previsite di Siena, il Palio di Fonni, lo sbriciolarsi delle giornate che avvicinano alla chiamata per il Palio dell’Assunta) e la loro ottima riuscita sono il risultato matematicamente esatto che il direttivo (Tamburrino, Pelosio, De Zordi e Argenti) e dunque i quattro Presidenti (Larese, Cittadella, Riva e Piol) stiano lavorando tanto, ma soprattutto bene. Basti pensare che solo l’anno scorso, seppur perché divincolati dagli impegni di Siena, il quartiere Duomo abbia avuto modo di vestire dei propri colori Tittia e Brigante. E quest’anno l’ingaggio di due soggetti della scuderia Zedde, Zio Fester e Bryan de Marchesana, abbiano quindi portato a Pra’ del Moro Gingillo, a vivere la mossa da spettatore, incastrando i tempi stretti di un periodo per lui certamente denso.
Il momento condiviso in parte con voi, dei Tamburini e Trombettieri della Pro Loco di Oristano si fanno portavoce di amicizie che questo Palio si sta costruendo al di là dei propri confini. Conscio della potenza che solo l’essere uniti e difensori primi di manifestazioni storiche che danno autenticità e orgoglio al nostro Paese sia la chiave che ci apra alla possibilità di essere concretamente un’entità intoccabile.
I sardi hanno preso parte alla manifestazione in tutte le sue sfaccettature, condividendone cene e Sfilata Storica, con il rispetto e lo spessore che chi ama le proprie stesse radici sa manifestare nei territori in cui si muove da ospite. Il Presidente Francesco Larese di Castello, artefice di questo sposalizio, ha fatto un grande regalo a tutti. La base del motivo per cui si sente dire che il Palio è emozione ed è vita, al di là dei nostri amati cavalli.

Eugenio Tamburrino, Presidente del Palio, che tra le cose , di spessore, che delineano il respiro ed il carattere che ha saputo dare al Palio dei suoi mandati, ha saputo anche portare in Veneto, nella sua Citta’, contribuendo all’impronta artistica che una Corsa può vantare, l’opera del candidato Premio Nobel Tahar Ben Jelloun, valicando i confini francesi, e orgogliosamente in pugno l’opera degna di ogni sforzo compiuto: il Drappo del Palio 2022.
Si dice orgoglioso del lavoro svolto dai Volontari dell’Associazione Palio di Feltre, il cui lavoro ha ripagato, anche con quel pizzico di fortuna che il tempo ha concesso, virando le nubi temporalesche verso altri lidi, e soddisfatto dell’importante affluenza alla manifestazione registrata nelle giornate di sabato (per le vie del Centro cittadino) e di domenica, al campo.

Domani, la seconda parte dell’articolo. Interamente dedicata alla corsa, e ai suoi vincitori.

Sala Miriana

 

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