1-PAESI DEI PALII

PAESI DEI PALII, OGGI ANDIAMO IN PUGLIA, PALIO DI SAN ROCCO A CARPINO FOGGIA

4 APRILE 2020 la foto in evidenza è del  ilrestodelgargano.it

Oggi andiamo a curiosare in Puglia nella provincia di Foggia al Paese di Carpino dove anche qui fanno un Palio che fino al 2018 lo si faceva per strada, come da filmato, dall’anno scorso lo hanno, visto le solite leggi del cappero, aggiungo io, lo hanno fatto fare  la pista in circolare in una pista intorno al campo sportivo e ad Ottobre per questioni burocratiche, c’è poco da fare li in pista perde sicuramente, almeno scenograficamente la sua “bellezza” in parte la sua storia anche questa antica come potrete leggere sotto sempre grazie a WichipediA.
Alla prossima Brontolo

Carpino (Carpìne in dialetto pugliese[2]) è un comune italiano di 4.084 abitanti della provincia di Foggia in Puglia. Fa parte del Parco nazionale del Gargano e della Comunità montana del Gargano.
È un noto centro per la produzione dell’olio e delle fave[3].
È sede principale del Carpino Folk Festival, manifestazione dedicata alla riscoperta, conservazione e promozione della musica popolare italiana[4].
È noto per un antica tradizione storica paliesca. Infatti in onore alle festività di San Rocco si svolge il tradizionale Palio di San Rocco antica manifestazione equestre che ha origini sin dalla seconda metà dell’Ottocento.
Origini del nome
Così come quelle dell’insediamento, sono incerte le origini del toponimo[11]. Sembrerebbe legato alla presenza di caprioli o alla presenza di luoghi di allevamento (in latino volgare Caprelis) nei dintorni di Carpino oppure alla presenza di una folta foresta di carpini che, un tempo, ricoprivano la collina di Pastromele su cui, in seguito, venne edificato il paese[11].  Il toponimo sarebbe stato dapprima Crapino, in seguito Caprino per poi diventare Carpino, così come scritto in un documento locale del 1628.
STORIA
Antichità[modifica | modifica wikitestoSebbene nel suo territorio siano stati rinvenuti numerosi oggetti in pietra scheggiata risalenti all’epoca preistorica e si possano ritrovare tracce di insediamenti di epoca romana, è difficile collocare in maniera precisa la nascita di Carpino. La presenza di un insediamento in epoca romana è dimostrata dalle fonti, cui spesso vi fanno riferimento in merito ad una strada che collegava l’antica Teanum Apulum (San Paolo di Civitate) agli abitati di Civitella (San Nicandro Garganico), Avicenna (Carpino), Monte Civita (Ischitella) e Fara, nell’area di San Nicola Imbuti (Cagnano)[11]. Gli storici ipotizzano che tale via avesse una importante funzione politico-commerciale per l’area del Gargano Settentrionale, oltre a quella di collegamento tra i vari municipia della zona

Alto Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Antica mappa del Gargano

La leggenda, supportata anche da alcuni studi, collegherebbe l’origine dell’attuale Carpino alle sorti dell’antica città di Hyria, cui fanno spesso riferimento Plinio e Strabone nel descrivere l’area dove oggi si trova il Lago di Varano, la cui sponda meridionale costituiva l’antica costa di un golfo[11][12]. Le fonti, infatti, documentano che, a partire dal V secolo, le invasioni barbariche determinarono uno spopolamento dei centri abitati costieri del Gargano per ragioni sicurezza. Tale spopolamento determinò la nascita di piccole comunità, i Casali, in luoghi più sicuri dell’entroterra, come quello in cui adesso si trova l’abitato di Carpino e l’abitato di Cagnano Varano[11].
Basso Medioevo
In epoca normanna è certa l’esistenza di un Castellum Capreolis, eretto dopo il casale esistente, probabilmente nell’XI secolo. A confermarlo sono i primi documenti su Carpino. Essa viene menzionata per la prima volta in un documento del giugno 1144, in occasione di una donazione in favore dell’Abbazia di San Leonardo di Siponto e poi, nel 1158 in una bolla del papa Adriano IV in cui vengono confermati i privilegi dell’Abbazia di Monte Sacro sulle chiese di San Pietro e Santa Maria, conferiti trent’anni prima[11]. Sempre in tale periodo, il feudo di Carpino è elencato tra le terre a servizio dell’Onere di Monte Sant’Angelo, concesso alla contea di Lesina[11].
In conseguenza del rafforzamento del dominio normanno tra il 1150 ed il 1160 sul versante settentrionale garganico, venne costruita la cinta muraria e l’imponente castello che dominava il centro storico e che venne successivamente ampliato e potenziato nella sua funzione difensiva dagli Svevi[12]. Durante la dominazione sveva, Carpino appartenne al Regio Fisco e fu amministrato da un baiulo[11]. Sotto la dominazione angioina, passò a Margherita, moglie di Raimondo Burgundi, e Carlo II lo zoppo, figlio di Carlo I d’Angiò[11].
Età moderna
Agli Svevi, seguirono nel possesso del feudo di Carpino i Della Marra che dopo 50 anni furono spodestati dai D’Aragone per la loro disobbedienza all’erede Giovanpaolo. Venne così assegnato ai Di Sangro di Torremaggiore per un decennio, per poi essere assegnato a Troiano Mormille[12]. Nel 1526 il Sacro Consiglio ordinò la vendita di Cagnano e Carpino per soddisfare i creditori del feudatario Fabrizio Mormille[12]. Il feudo venne acquistato dai Loffredo, a cui succedettero i Nava, i Loffredo, i Vargas, I Vargas-Cussavagallo, fino ad arrivare ai Brancaccio[12][13] o Brancaccio-Vargas dopo il 1880. Nel 1646 il centro abitato di Carpino patì gravissime distruzioni a seguito del disastroso terremoto del Gargano.
Dall’Unità d’Italia a oggi
Dal 1860, sotto i Savoia, divenne comune del Regno d’Italia[11] e fece parte del mandamento di Cagnano Varano.
Tale periodo fu molto delicato per l’area. Se in comuni come Cagnano Varano e San Giovanni Rotondo c’erano state vere e proprie rivolte[15], in altri come IschitellaViesteVico del Gargano e Carpino, il problema era costituito dai briganti[16]. Risale, infatti, al 4 luglio 1861 la nota urgentissima del capitano della guardia nazionale di Carpino, Ignazio d’Addetta, in cui si segnala la pericolosa presenza di briganti nei dintorni di Carpino[16]. In tale documento viene fotografata la situazione instabile che seguì l’unificazione d’Italia[16]. Anzitutto D’Addetta sottolinea la natura spesso non politica del brigantaggio, dato che spesso si trattava di delinquenti strumentalizzati da signorotti del posto contrari ai Savoia, e l’inaffidabilità della guardia nazionale, definita troppo indisciplinata”, “scoraggiata”, impegnata nei “lavori della campagna”, isolata[16]. Sempre nella nota di D’Addetta si propone una mobilitazione delle forze di tutti i comuni del Gargano[16][17] per scongiurare il fenomeno del brigantaggio. Negli anni trenta del Novecento s’avvantaggiò della bonifica dell’area lacustre a valle, che fornì un rinnovato impulso allo sviluppo agricolo accanto alla pastorizia e alla lavorazione della lana.
Architetture religiose  Chiesa di San Cirillo 

Chiesa di San Cirillo

Della Chiesa di San Cirillo sono ignoti la data di erezione e il nome di chi ne ha disposto la costruzione[12]. La prima notizia documentata risale al 1310, quando la chiesa viene citata nelle Rationes Decimarum Italicae[18]. Probabilmente la fondazione dell’edificio avvenne almeno nel sec. XIII e questo si può evincere dalle simbologie incise sul portale romanico, tra le quali spicca l’unica svastica lappone presente in Italia[19]. Pur essendo presenti diversi elementi tipici del romanico (come il portale laterale, un tempo principale), lo stile prevalente è quello barocco, dovuto ai massicci interventi di ristrutturazione compiuti nel 1770[12].

Chiesa di Sant’Anna

Il castello normanno di Carpino

La chiesa rurale di Sant’Anna venne costruita per consentire agli abitanti delle campagne di assistere alla messa mattutina[22]. La prima notizia risale a un documento del 1736, dove viene annoverata tra le chiese rurali e
risulta affidata alla custodia di un eremita, per il quale era stata realizzata una abitazione annessa alla chiesa, presto abbandonata, e che risultava già parzialmente distrutta agli inizi del Novecento[22]. In seguito al primo crollo della copertura, l’edificio fu sottoposto a diversi interventi di restauro, che ne hanno, per fortuna, conservato l’aspetto originario. La semplice facciata in pietra bianca è ancora visibile; sulla parte alta del muro posteriore, un arco campanario sorregge una campana[22]. Su tale facciata sono presenti diversi elementi di simbologia sacra, tipici del Gargano. Sull’unico altare in stile barocco, con colonne decorate da tralci di vite a spirale, campeggiava un bel quadro di fattura settecentesca raffigurante la Madonna col bambino e Sant’Anna, sottratto nel 1969. Tale evento, unito alla distanza dal centro abitato, ha contribuito al suo progressivo abbandono, per cui, dopo un ulteriore crollo della copertura, appare allo stato di rudere[22].
CASTELLO
Il castello di Carpino appare come una costruzione posta nella parte più alta del paese[8]. La sua torre, parte più visibile dell’originario impianto, è formata da una base piramidale quadrangolare, sovrastata da una costruzione cilindrica. Tra la torre ed il resto del castello si nota una differenza di epoca di costruzione. La torre, infatti, è anteriore rispetto al resto del castello e venne edificata in epoca normanna. Successivamente il castello venne ampliato ad opera degli Svevi[8].
Faggeta di Coppa delle rose
Il punto più interessante della riserva è la faggeta di Coppa delle rose, ritenuta una delle più interessanti del Gargano[27].  Grazie al microclima della riserva, infatti, in quest’area i faggi crescono ad un’altitudine molto bassa (250 m s.l.m.) e sono, tra l’altro, caratterizzati da fusti alti (20-30 metri) e con diametri di 60-70 centimetri[27][28].

Apertura di una grotta

Grotte di Minutillo

Il complesso delle grotte di Minutillo è situato sul versante orientale della collina di Pastromele, dove sorge l’abitato di Carpino. Utilizzato, in passato, anche come tufara, è costituito da 20 aperture di notevole interesse naturalistico ancora per lo più inesplorate. Le cavità appaiono, comunque, scavate nel banco di calcarenite e sono riconoscibili elementi abitativi quali abitazioni, cisterne e scale oltre che vari dipinti, tutti probabilmente risalenti al Medioevo. Allo stato attuale il sito versa in avanzato stato di degrado[8].

Siti archeologici  Scavi archeologici nella piana di Carpino

Durante la costruzione della SS 89 verso la fine dell’Ottocento e la costruzione della Ferrovia San Severo-Peschici pochi decenni dopo e durante gli anni trenta, vennero ritrovati alcuni reperti e alcuni scheletri, ma fu solo nel 1953 che nella piana di Carpino (località Avicenna, Spineto e Fiumicello), il Ministero del Lavoro avviò scavi archeologici-scuola per ritrovare le tracce della città di Uria[29]. Nei pressi del vecchio casello ferroviario, venne rinvenuta un’antica costruzione del I secolo a.C. utilizzata fino all’epoca altomedievale (VII secolo d.C.) quando divenne luogo di sepoltura[30]. I reperti consistono, dunque, prevalentemente in monete, vetri, lucerne, ceramiche, utensili agricoli e oggetti preziosi. Nella stessa area vennero ritrovate una decina di tombe, complete di corredo funerario e scheletro[30]. Gli scavi si fermarono pochi mesi dopo, impedendo di portare alla luce l’intera struttura. Dai pochi elementi raccolti, però, è possibile dedurre che la villa non fosse all’interno di un tessuto urbano bensì in una zona periferica[30]. I reperti ritrovati furono inizialmente tenuti nel vecchio Comune di Cagnano Varano e negli ex ambulatori INAM (in attesa dell’istituzione di un Museo civico, mai più realizzato) per poi esser depositati negli anni sessanta presso il museo archeologico di Bari, dove sono rimasti a lungo inediti e ignorati. Le centinaia di reperti ritrovati si trovano sparsi in vari musei d’Italia tra i quali Foggia e Pisa[29]. Furono del tutto inutili i tentativi delle comunità locali di riappropriarsi dei reperti. Nell’area ora crescono ulivi e viti, per quanto la comunità locale abbia espresso continuamente la volontà di creare un parco archeologico per la valorizzazione dell’intera area[30].
Piazze

  Piazza del Popolo, la piazza principale del paese, caratterizzata da una simmetria. Le notizie più antiche risalgono ad una delibera del consiglio comunale del 1º ottobre 1867 per la sistemazione della piazza e delle strade circostante per renderle carrozzabili e ad una del 16 settembre 1927 quando venne lastricata con pietra locale, mentre per le strade circostanti venne usato il sistema a breccioni.
FAVA DEL CARPINO
La fava di Carpino, di dimensione medio-piccola, è caratterizzata da una fossetta nella parte inferiore, è verde al momento della raccolta e diventa di color sabbia con il tempo[36]. La raccolta avviene tra i mesi di Giugno e Luglio quando le piantine assumono un colore giallastro. Si falciano a mano e si legano in covoni, detti manocchi, che seccano sul campo[36]. A fine luglio si separano le fave dalla paglia utilizzando un forcone e poi si lanciano in aria per eliminare le particelle più piccole e leggere grazie alla brezza[36]. La sua consistenza morbida le permette di essere utilizzata in vari modi. Generalmente si cuoce su pignatte in terracotta a fuoco lento[36].  Per la Fava di Carpino è attivo un presidio Slow Food per tutelarne le modalità tradizionali di coltivazione ed incentivarne la produzione[36].                            Suonatori di Carpino
MUSICA
La produzione etnomusicale di carpino è stata oggetto, sin dagli anni cinquanta di numerose ricerche ad opera di studiosi, tra cui Alan LomaxDiego CarpitellaRoberto LeydiRoberto De Simone. Carpino è un paese noto nell’ambito dell’etnomusicologia perché la musica tradizionale popolare, di origini antichissime[senza fonte], si è conservata fino ad oggi, grazie soprattutto all’opera dei suonatori di chitarra battente. Gli stili musicali prevalenti tra i suonatori di Carpino vengono individuati con i nomi delle località limitrofe: Montanara, Rodianella, Viestesana.

                            Tradizionale Palio Di San Rocco.jpg

Foto di Angelo Tundis                            Ulivi di Carpino                                                   Palio

PALIO
Il Palio di San Rocco è una manifestazione equestre che si svolge a Carpino – località del Gargano. Questa tradizionale competizione a cavallo, si svolge annualmente in uno dei giorni che seguono le celebrazioni del Santo patrono, dopo il 16 agosto.
STORIA
Le origini di questa antica tradizione risalgono alla seconda metà del XIX secolo anche se i primi documenti ritrovati al palazzo di città fanno riferimento al 1909.

Palio di San Rocco 1

In un paese basato da sempre sull’agricoltura e l’allevamento, non era impossibile reperire cavalli per disputare competizioni durante l’anno anche perché solitamente i cavalli che partecipavano erano tutti da “lavoro”. Da sempre il ‘Palio di San Rocco’ è una delle attrattive più in voga dell’estate carpinese ma, sin dagli albori, quest’antica manifestazione si svolgeva in onore di ogni festività religiosa del paese, cambiando diverse volte anche il classico tracciato del ‘Palio’ .

 

CARRIERA
Al Palio, dopo i vari decreti ministeriali, possono parteciparvi solo cavalli che presentino una percentuale di sangue inglese non superiore al 75%. La manifestazione del ‘Palio di San Rocco’ si divide in due grandi momenti; la sfilata dei cavalli o corteo storico e la corsa dei cavalli. Come da tradizione, prima dell’inizio della competizione, in località ‘Rotonda’ parte il corteo storico, che accompagnerà i cavalli fino a dove avrà luogo la competizione. Il ‘Palio’ si svolge in una strada secondario del paese, con partenza denominata ‘Zénn d’ li vign’ e con arrivo in paese per una distanza di 1800m. Per mantenere autentica questa manifestazione la monta dei cavalli è a ‘pelo’ , ossia senza l’utilizzo di sella, ed anche in caso di caduta del fantino è sempre il cavallo che tagliando primo il traguardo si aggiudica l’ambito ‘Palio’ . Le celebrazioni e le premiazioni del cavallo vittorioso e del fantino vincitore, in piazza del Popolo, ove si da il via al giro trionfale per tutto il paese.
L’associazione Palio San Rocco
Dopo il ‘Palio d’ottobre’ del 2019, passato alla storia come il primo Palio su tracciato ovale, nasce con la nomina a presidente ad Antonio Pio Di Viesti, l’associazione culturale, no profit, ‘Palio San Rocco’ con lo scopo di tutelare, conservare e tramandare quest’antica manifestazione popolare.

Palio di San Rocco 2

 

Sfilata storica
Palio di San Rocco 1998
Logo Associazione Palio San Rocco

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: giornalebrontolonews@gmail.com

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