06 Maggio 2024
Riceviamo e pubblichiamo:
Continua il percorso dialettico che, lo ribadiamo, visto che nessuno è più sordo di chi non vuol sentire che ha come nucleo essenziale il tentativo di riportare la sostenibilità del comparto ippico attraverso le scommesse e non la guerra di religione contro la “quota fissa”.
Partiamo come sempre da dei dati di fatto: in Europa esistono comparti ippici che si sostengono attraverso il binomio Totalizzatore/quota fissa ma non esistono comparti ippici che si sostengono solo sulla quota fissa.
Un piano industriale basato sul doppio binario è già stato ritenuto idoneo dal MEF anni addietro, attendiamo fiduciosi nel futuro che venga presentato un piano industriale, che passi al vaglio de MEF che garantisca le entrate attuali al comparto ippico attraverso la quota fissa.
Una cortesia, evitiamo di proporre assurdità “matematiche” come i raffronti tra il prelievo al totalizzatore sul movimento e la tassa sul margine della quota fissa, sono dati tra di loro non confrontabili se non per quanto riguarda i ricavi finali.
Se devo essere scritti dei numeri si scrivano quelli reali, infatti il prelievo del 74% sul totalizzatore, scritto in una legge dello stato italiano, è il calcolo della media ponderata tra le varie tipologia di scommesse.
Su una cosa siamo d’ accordo, cioè che nel più breve tempo possibile si dovrà proporre una riforma che comprenda anche un piano industriale che dia certezze al comparto per il futuro.
La scrittura del piano industriale deve partire da solide competenze matematiche e finanziarie in modo da bilanciare la “legittima” richiesta dei concessionari di abbassare i costi ed aumentare i ricavi nelle scommesse ippiche ma tenga conto in egual misura la necessità del comparto di avere il massimo delle risorse possibili da scommesse che esistono perché una filiera investe soldi, tempo e passione sulle corse.
Infine soprassediamo sui nickname e commentiamo i contenuti, discutiamo di fatti non di gossip.
REDANDBLAC con il cugino BLACKANDBLUE
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