06 Settembre 224
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di uno storico operatore ippico:
Sono Salvatore Minopoli (Allevatore, proprietario, allenatore e guidatore) chiedo gentilmente di pubblicare quanto segue:
Con immensa tristezza e con il cuore spezzato sono arrivato al punto di non ritorno come da tempo mi aspettavo e quindi di scrivere e denunciare per far riflettere a tutti il disastro e il fallimento del ns amato mondo ippico.
Siamo arrivati al 2024, ho compiuto 70 anni proprio quest’anno, e percorrendo dagli inizi il mio percorso di vita e soprattutto di ippico, anzi vissuto per l’ippica, vale la pena dire tutto per provare fino alla fine di salvare la mia IPPICA ITALIANA.
Ho iniziato all’età di 10 anni ad andare all’ippodromo e come un amore a prima vista m’ innamorai di questo splendido animale atleta, appena conosciuto ho annientato la mia vita, non pensavo più a studiare e a divertirmi come un ragazzino dovrebbe fare per l’età che ha, non mi sono più staccato dalla voglia di diventare un guidatore/allenatore, così al momento che ho compiuto l’età ho cercato subito di prendere la licenza da allievo per iniziare un percorso fino a diventare un professionista.
Ho avuto un inizio disastroso, perché per pensare al dio denaro non pensavo più a crescere nel percorso di legalità e stavo bruciando tutto in poco tempo, infatti stavo per perdere la licenza e far svanire tutti i miei sogni, poi ringraziando mio padre che si umiliò pregando e scongiurando un professionista serio tale GENESIO SODANO nel prendermi sotto le sua custodia e far cambiare quel giovane con buone prospettive ma con poca testa.
Da allora iniziai a capire che la vita non era quella che pensavo e bisognava seguire l’esempio di chi voleva che l’ippica funzionasse secondo le regole e la legalità, avendo una scuderia inquadrata con collaboratori in regola, creando diritto e dovere sia per loro e di conseguenza per quella bella gente (Proprietari dei Cavalli) che investiva e dava lavoro rispettandoli dando serietà e serenità all’interno della scuderia e soprattutto in pista.
Nel corso degli anni sono cresciuto fino a crearmi una scuderia con tanti cavalli e tanti collaboratori, nel frattempo ho creato una famiglia e dei figli che “purtroppo” hanno scelto di seguirmi, si, oggi devo dire purtroppo, perché già anni addietro avevo visto dove potevamo andare a finire, tanto è vero che dopo il 2000, e parlo esattamente più di 24 anni fa, facendo un’attenta analisi, mi rendevo conto che io ero cambiato e mi sacrificavo sempre più per la strada del bene mentre chi era in alto e gestiva tutti questi milioni insieme a tanti altri che gestivano l’ippica compresi molti che mi erano intorno pensavano solo ai propri interessi senza rendersi conto che non c’era un piano per il futuro e che avevamo iniziato la brutta discesa verso la realtà di oggi. Allora ebbi la brillante idea di iniziare un percorso di salvatore dell’ippica (della mia vita), iniziando a dare l’allarme cercando di coinvolgere tutti i miei colleghi e farli riflettere, creando anche un associazione per entrare a all’interno dei piani alti e vedere cosa stava accadendo.
Anni di sacrifici, di lotte fino ad avere danni economici e soprattutto di salute per andare contro un sistema marcio che ha fatto di tutto e di più contro uno che gridava alla legalità e alla trasparenza, frutto anche, anzi soprattutto di un insegnamento di vita, approfondendo la parola di DIO che dice semplicemente che per vivere bene ed avere una speranza bisogna percorrere la strada delle sue leggi (percorso del bene, l’altra strada è quella del male che cerca di dissestare il percorso del bene).
Da diversi anni mi sono dovuto arrendere a causa delle problematiche fisiche, quindi mi sono defilato ma non sono riuscito a fermare mio figlio, che ha continuato ad esporsi contro il male dell’ippica (politici di turno, dirigenti x anni saldi sulle poltrone, allevatori che agiscono nel male, idem per gestori di ippodromi, giudici di gara, che ad oggi vengono autorizzati a provvedimenti assurdi per non parlare delle partenze irregolari, senza dimenticare il famoso Unirelab, negli ultimi 10 anni costa almeno 50milioni per non funzionare, anzi per prendere provvedimenti sui driver che dichiarano le cure che si fanno, da piangere), subendosi diverse conseguenze sgradite che con le mie preghiere e l’aiuto di nostro signore le ha superate non avendo conseguenze gravi.
Oggi con l’esperienza di vita che ho, con la responsabilità di padre e soprattutto di NONNO, sento di dare un ultimo grido per provare fino alla fine di salvare questo mondo dove gira un numero da voi inimmaginabile di persone, e in primis lo dico al Presidente del consiglio Meloni, al Ministro Lollobrigida e a tutti quelli che sono al loro fianco oggi i responsabili di questo settore, non passate per quelli che hanno affondato e gettato in mezzo alla strada gente che ha avuto fiducia in voi per cambiare le cose, perché non avete ancora le responsabilità, anzi agendo subito, perché bisogna agire subito state in tempo per diventare gli eroi dell’Italia, perché a differenza di chi racconta da sempre il peggio di questo mondo, non immaginate la bellezza, la cultura, l’amore, l’emozione, l’adrenalina, che si prova ad avere
un cavallo atleta, fermate questo bagno di sangue, oggi c’è solo tristezza senza uno spiraglio di futuro, c’è un direttore generale che come mi è stato riferito è un persona seria e si sta impegnando al massimo, ma sono impegni vani, senza pianare il debito di 40milioni che è stato fatto prima di voi, senza mettere più soldi a traguardo con con una distribuzione diversa e un abbattimento dei costi, e soprattutto senza creare nuove risorse annullando la ludopatia creata dallo stato con i sistemi di gioco programmati che sono serviti a riciclare denaro sporco che ha ammazzato tanta gente e ora continua ad ammazzare, ma lanciare una nuova scommessa (pensando anche di privatizzare dando ad imprenditori seri che pensano a
rilanciare l’ippica e non solo agli interessi personali, com’ è oggi, non dando ritorno al settore) per l’ippica vuol dire portare risorse in un settore che dà migliaia di posti di lavoro per ridare dignità, e nello stesso tempo cerchiamo e pretendiamo regole, trasparenza e legalità partendo da subito con l’imminenza delle aste, della vendita dei puledri, che non deve essere la solita presa in giro con le solite promesse che hanno allontanato soprattutto tanti investitori perbene e rimasto tanto marcio che ricicla, si, purtroppo è così, basti pensare che ogni anno su una media di 2000 cavalli, max un centinaio rientrano dagli investimenti, il restante sono tutti passivi, quindi ditemi voi se vale la pena o se c’è un motivo valido che
nuova gente debba investire in questo settore, ma soprattutto come si fa a sopravvivere ?
Impiantiamo le basi ad un percorso nuovo, di crescita infinita, dicendo la verità costruttiva e
non le bugie per tirare avanti e far liberare i paddock agli allevatori, perché siamo al punto che
i puledri devono portarli avanti loro fino al debutto, oppure devono comprarli i gestori
d’ippodromi o voi ministeriali, anche i giudici di gara possono visto che prendono una bella
fetta del montepremi come seconda attività, perché ripeto la gente e stufa e gli operatori
indebitati e fanno fatica per sopravvivere.
Ringrazio per lo spazio dedicato e spero che possa servire a far riflettere tutti che il mondo va
allo sfascio per i comportamenti umani e l’unica speranza che abbiamo per vivere meglio
sono i comportamenti cristiani.
A voi politici se non volete seguire gli insegnamenti di DIO (perché vi sentite al di sopra) che
specifica bene nella bibbia il ruolo dei governanti come deve essere per non creare una
popolazione che va allo sfascio, vi consiglio di andare a rivedere l’intervista di Pippo Baudo al
grande MASSIMO TROISI (sui social media è virale), dove marcava l’ingenuità dell’allora
presidente del consiglio Andreotti che “non sapeva nulla delle stragi e di tutto quello che
succedeva in ITALIA”.
E in più la sera prima di coricarsi o meglio al mattino prima di uscire di casa, leggete la LIVELLA del grande TOTO’ un umano come voi, come me, sicuramente vivremo senza rimorsi e avremo più chance di una vita serena, e quando non ci saremo più su questa terra almeno ci sarà chi ci ricorderà per le cose belle e non dire: meglio che non c’è più.
Con la speranza che cambi qualcosa
Buona vita a tutti
Salvatore Minopoli
La morte non è
una luce che si spegne.
E’ mettere fuori la lampada
perché è arrivata l’alba
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Νօn appena fu invasa dai barbari nel (Ꮩ° seϲ.