17 Febbraio 2024
È una vita che si discute se sia nato prima l’ uovo o la gallina, come è una vita che si discute sulla necessità di focalizzare il montepremi sui cavalli giovani per incrementare l’ allevamento oppure di spostare risorse su cavalli anziani.
Da un congruo numero di anni in Italia, in controtendenza con altri paesi, si è puntato tutto su percentuali altissime di premi per i cavalli giovani.
Ad oggi si paga questa politica che puntava al “tutto e subito” abbinata ai pagamenti “domani o forse anche no”.
Il comparto ippico, come tutti i comparti produttivi, si basa sull’ equilibrio di interessi contrapposti , nel nostro caso allevatori, proprietari e professionisti , che si contendono le risorse disponibili ognuno sottolineando i propri interessi.
Il punto equilibratore di solito è l’ ente regolatore del comparto che cerca di mediare per riuscire a far andare avanti la baracca.
E qui è cascato l’ asino.
Da circa 20 anni, ultimi 10 di UNIRE/ASSI e gli ultimi dieci al Ministero, questo ruolo è totalmente scomparso fagocitato prima da una politica “appropiativa” (Panzironi e co.), poi da vertici menefreghisti ( Sottile e Varrone) poi da un Ministero assente e tecnicamente nullo, gravato inoltre da procedure burocratiche non compatibili con una attività d’ impresa.
Quindi l’ unica via per poter applicare il detto latino “primum vivere deinde philosophari” è l’ uscita da MASAF con un progetto chiaro e realizzabile in tempi brevi.
Impossibile?
No, la politica può, se lo vuole!
Fonte REDANDBLACK
–
Add Comment