19 Agosto 2023
Piancastagnaio: BORGO ESULTA CON PUSCEDDU, ULTIMO BAIO SI RIPETE –ancora-
Ha avuto luogo nella pista da poco inaugurata nel Parco equestre Madonna di San Pietro – il Palio di Piancastagnaio, che a qualche manciata di ore dal via alla manifestazione ha visto le dimissioni del Rettore Paolo Bruni al quale si deve -e se ne fa merito- l’impegno ed il contributo per la realizzazione di questa, in concomitanza al grande lavoro dell’Assemblea comunale
e l’infortunio di Carlo Sanna così indisposto e sostituito da Michel Putzu per la Contrada Castello.
Le quattro Contrade arrivano dunque così schierate nel pomeriggio di venerdì 18 agosto: Contrada Borgo con Valter Pusceddu su Ultimo Baio, Castello con Michel Putzu su Ceommo Ramon, Coro con Silvano Mulas su Abracadabra e Voltaia con Antonio Siri su Chimera da Clodia.
Definito il posto al canapo, si procede alla definizione della mossa, dettata da Davide Busatti, che ne invalida due e dà per buona quella che vede lo slancio di Mulas per Coro sugli altri. Occorre mezzo giro perché gli esperti e ormai veterani Pusceddu su Ultimo Baio trovino la linea più interna possibile e ne prendano la testa, mantenendola così sino alla fine in un andatura per altro per niente forzata, controllata e ben gestita – c’è da ricordare che non siamo all’Ippodromo- il Palio è fatto di parole, di capacità che rasentano talento ma anche furbizia, orgoglio, amicizie e rivalità dichiarate, esplicite e lecite– (ce lo ricordiamo?).
Bellissimo lo spunto di Voltaia con Siri su Chimera da Clodia, che spezza il sospiro di sollievo che Borgo già forse tratteneva leggiadramente da tre giri, ma nulla può su un Palio la cui sorte è stata tinta di blu e giallo fin l’ultimo centimetro senza colpi di scena ma solo conferme di un cavallo che su questa pista ancora dimostra di sapersi destreggiare con classe, fluidità e semplicità. Sono tre le vittorie consecutive per Ultimo Baio. Due per Borgo (2019, 2023) e una per Coro con Gavino Sanna (2022), per un Palio che da diversi anni vede alzare il nerbo alla strategia riuscita, all’esperienza che fa da apripista al sogno e spartiacque tra desiderio e bravura concretizzante.
Per Pusceddu, sono spremute le parole che concede a Palio finito. Lascia che sia questa pista amica ad esprimersi per lui. E allora riprendiamo la carrellata di Palii vinti qui (e altrove), e prendiamo consapevolezza che la ripetitività nell’atleta non è mai coincidenza. Ed è una verità che sarebbe bene ricordare come realtà applicabile sempre, indiscutibile come lo deve anche essere un errore di valutazione, perché umano e frutto di un’ipotesi, di un’idea non centrata ma pur sempre sperata come giusta. Esiste forse qualcuno che sbagli perché tiene gusto nello sbagliare?
I complimenti vanno anche al Capitano di Borgo Antonio Angelini, ovviamente, con due vittorie sulle spalle e un matrimonio con Pusceddu ormai consolidato, fatto di condivisioni e confronti costanti e su disparati fronti. La sola nota dolceamara a trapelare è quella di un gioiello che fa per nome Ultimo Baio, fuoriclasse ahimè non più troppo giovane, che ha regalato vittorie su soggetti che fecero temere a loro tempo una mancata prontezza di Borgo al confronto, – e ci si ricorda di quel Palio corso contro Ribelle da Clodia nella contrada nemica Castello nel 2019 – e poi vinto .
Angelini lo ricorderà come un Palio vero, stancante e costruito su cambiamenti necessari, per cui sono stati d’obbligo interventi studiati. Orgoglioso di aver trovato in Valter concentrazione e determinazione, conscio che un Palio va corso con convinzione, al di là dell’amicizia che li lega e che non deve essere vincolante nelle scelte ultime. “Sono un Capitano dopotutto, e lui un fantino. La lucidità dimostrata vorrei fosse monito per chi storceva il naso al mio confermare con serenità la scelta di monta. Non nascondo che giunto a Piancastagnaio la domanda fu immediata: “Palio vinto o Palio perso?”. “Palio vinto, Palio perso non ne parliamo per niente perché a questo giro vengo solo per vincere”.”
Vorrei che questo Palio arrivi a chi diceva che Pusceddu sia un fantino finito. Questa storia dice l’esatto contrario.
Miriana Sala per Brontolo dice la sua
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