22 AGOSTO 2018
Ho intervistato il Tittia e Miriana si è presa la briga di trascriverla e mette il suo commento personale, la Brontolina ha tanta passione ed impara, tutti, da Dardi a Silvana, passando per Simona, a Franco e gli altri Brontolini che aiutano a portare avanti questo sito che vi garantisco è impegnativo tanto e che ci da però anche tanta soddisfazione.
La Tartuca ha messo su un cavallo nuovo ma, atteso e voluto da tutti, un fantino Big e consolida un rapporto che ormai era sotto traccia da tempo. Rodrigo Baio non può essere il cavallo che abbiamo visto e che lo stesso Tittia lo dice, questo gli fa onore, sarebbe stato più semplice scaricare responsabilità sul cavallo, non lo ha fatto. Detto questo il Tittia fa comunque un Palio che non può essere fatto da un fantino come lui. Non trova la strada per buttarsi di dentro perché lo decide probabilmente troppo tardi, sbagliare è umano e li sono attimi nel decidere questo o quello, ma, da lui probabilmente lo pretendi per quello che ci ha fatto vedere nel tempo. L’altra cosa che ti aspetti da un grintoso come lui è la cattiveria che però non gli ho visto nel cercare di recuperare. Bravo prima del primo Casato a non cadere quando il cavallo scosso del Montone gli taglia la strada e sgambetta il suo Rodrigo. Però Male, Palio da dimenticare per uno come lui..
L’intervista:
Per una vittoria conquistata da uno, di controparte, troviamo talvolta l’amarezza di altri, i “grandi” altri, a cui si dovrebbe giustamente fare e dare attenzione, a rispetto di quelle che sono anche le loro di domande e le loro di risposte. E ad onor di quei pensieri che si annidano nella testa di chi per tante volte ce l’ha fatta, e a cui succede come per noi tutti, di inciampare, di sbagliare una qualche cosa. Perché anche questo è Palio, e questa è vita. Si parla quindi, di Giovanni Atzeni.
Il gentile e più che mai sincero interesse di Camillo nell’indurlo a raccontare, concede a Giovanni la libertà di prendersi delle pause nel mentre di frasi che, forse, ancora cercano una fluidità che solo il tempo e quindi la metabolizzazione elargisce. Ma Tittia di concreto ed inaffondabile ha quella costanza che lo spinge e aiuta a pensare già al domani, nonostante si parli e seriamente, solo di “ieri”. A Tittia si deve riconoscere quella prontezza di spirito e di anima che solo un vincente nella vita può avere in sé. A pochi giorni dal Palio dell’Assunta, si riparte dal momento della Tratta, nel quale agisce secondo gli impegni presi e i rapporti mantenuti nel tempo. Tittia sa di avere preferenze tra i dieci che vanno all’assegnazione. E dunque si tratta solo di sperare nel sorteggio. La scelta ricade sulla Tartuca, che Camillo già a tempo debito scoprì vicina a Tittia. Il rapporto maturato con la contrada di Castel Vecchio e il cavallo Rodrigo Baio concretizzano quindi l’avvicinamento.
Giovanni assegnati i cavalli alle contrade che succede?
Che succede? Avevo i rapporti con le contrade di riferimento, mi ero messo in testa certi cavalli ritenuti da me vincenti ed andavo a cercare loro. Questa è stata la scelta di Giovanni.
Con il cavallo come ti sei trovato?
Con il cavallo mi sono trovato bene. Il cavallo è un buonissimo cavallo…
Eh già questo ti fa onore. Che sai, a volte è facile scagliarsi contro il cavallo montato, a corsa fatta.
“ No. Rodrigo Baio è un grandissimo cavallo da corsa. Da Piazza, senza dubbio. Cavallo immobile al canape, grande potenziale in corsa, che non si è riusciti a sfruttare a pieno per diversi motivi. Un cavallo da tenere d’occhio e seguire da vicino anche nel futuro. E che mi porta anche a credere che sì, se dovesse ricapitare, lo rimonterei. Nessun rimpianto riguardo a questo. ”
Stessa scelta mi stai dicendo dunque?
“ Stessa scelta senza alcun rimpianto.”
Nove cavalli che partono e che arrivano a San Martino. Ma non ti pare, che non sia normale?
“Non è stato Palio. Di rincorsa ci è andato un fantino con tanta fame di vittoria. E rispettoso nei riguardi di tutte e nove le contrade. E soprattutto verso se stesso. Ha capito la possibilità del corridoio basso che gli si è aperto avendo tutti i cavalli disposti a ventaglio partiti dal canape . Un lotto alto, di cavalli fortissimi, tutti veloci in partenza. Si avevano 15 centimetri di distanza l’uno dall’altro. Si è partiti in gabbia ed in gabbia si è arrivati a San Martino. Tutti insieme.
E concordi con la scelta di avere dieci cavalli con tutti e dieci ottime possibilità di riuscita?
“Mi trovi concorde nel credere che nel Palio ce ne debbano essere tre o quattro di cavalli buoni. Hai ragione a dire debba esserci una gamma che preveda cavalli ammessi per qualità e possibilità differenti. Che ci sia una sorta di scaletta. Si è deciso, abbiamo deciso così, e così è stato. Ma ripeto, la mossa è stata determinante. Grossi giochi tattici al canape non ce ne sono stati. Sarà stato per via delle sanzioni di luglio, delle raccomandazioni della mattina stessa del Palio, della serietà impeccabile del mossiere. Fatto sta che si stava al canape con il solo obiettivo di partire. Andar via. Non si poteva fare diversamente.”
L’accoppiata da battere?
“ Ma quelle più chiacchierate senza dubbio. Quelle due tre con i cavalli più chiacchierati, ma non mi va di fare nomi non è giusto per gli altri.
La scelta della Tartuca è diventata ora, una scelta importante. Una scelta di linea.
“ Senza dubbio. Credo di aver preso due strade importanti, che segnano un po’ quello che sarà il mio futuro. Orgoglioso di averle fatte. Parlo di agosto così come di luglio. ”
E il Nicchio?
“ Con il Nicchio il rapporto è speciale. In tutto per tutto. Come ti dissi, Giovanni ha bisogno di vincere. Il Nicchio è una contrada importante, da sempre accanto a me. Ma serve la situazione giusta, dove Giovanni Atzeni è convinto di fare bene. Quindi sono scelte non solo di cuore le mie, ma anche ragionate.”
Quindi vuoi dire un ritorno “all’antico” sulla scelta di Luglio ?
No all’antico! C’è un rapporto forte, negli anni scorsi non ci siamo trovati vicino per mille motivi, per cavalli, per rapporti, c’è stato poi un avvicinamento e a Luglio la sorte ci ha premiato.
Giovanni devo fare il birbante, Porto Alabe, la gente si chiede come mai, tu lo abbia montato due volte e hai perso. Lo montato due volte altri negli ultimi Palii, ed ha vinto. Dove sono state le differenze?
“Le differenze tra le vittorie di altri e le mie non vittorie mi stai chiedendo? Partiamo dal presupposto che è sempre bene farsi un bagno di umiltà. E sapere che si può sbagliare. Le dinamiche del Palio sono inscindibili dalla possibilità di fare bene tanto quanto se ne abbia di fare l’opposto. Qualche errore c’è stato, indubbiamente. Non posso far altro che riconoscerli, e provare a fare meglio. Senza dimenticare a me stesso che ho portato talvolta in vittoria cavalli che poi, sono rimasti in ombra. O che non si sono ripetuti.”
C’è qualcosa che ti rimproveri Giovanni?
“Giovanni è consapevole di averci messo il Cuore, l’Anima, la determinazione, la fame, la voglia di fare Bene. I ma e i se, come è normale che sia, ci sono, a riguardare il Palio, quel San Martino, dove è mancato il varco giusto per entrare, e dove la sorte non mi ha premiato. Ma c’è ed è forte la consapevolezza di non aver lasciato nulla al caso. Di aver fatto il possibile. Come sempre.”
E ora?
“ Ora si va ad Asti. Appuntamento lì. E si imposta tutta l’annata prossima. Senza lasciare nulla al caso, come sempre. E forse di più.
E si attende il 2 luglio e al 16 agosto.”
Questo è quel che fa di Giovanni Atzeni, l’uomo. Ben voluto, oltre l’errore, al di là delle aspettative. Degno fantino di PIAZZA.
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