21 OTTOBRE 2018
“ Rasero segue la propria linea e disattende i patti con i sindaci.
Iniziamo da una lettera per esprimere “a freddo” la nostra posizione su quanto accaduto negli ultimi due mesi e mezzo nell’ambito delle discussioni relative al Palio di Asti, “coronate” con il Consiglio del Palio tenutosi martedì 20 novembre. Da inizio settembre il collega Rasero ci ha giustamente coinvolti in riunioni e discussioni circa una sua visione del Palio del futuro, prospettando diverse soluzioni, ma tutte, apparentemente, con un denominatore comune: tracciare un confine tra Borghi/Rioni cittadini e Comuni. Abbiamo da subito preso le distanze da questo distinguo, arrivando ad assecondare la possibilità di vedere i 7 comuni compartecipare, per quanto possibile, ai costi della manifestazione, comprando di fatto un valore che siamo convinti di possedere a prescindere: la pari dignità. Preso atto della volontà espressa da Rasero e non ritenendo di dover essere le vittime sacrificali da immolare in nome di un nuovo “format”, con spirito di collaborazione e rispetto istituzionale ci siamo visti coinvolti in un processo di mediazione che credevamo aver dato l’esito auspicato. A valle di incontri e dibattiti che sarebbe ingeneroso riassumere in poche righe, siamo finalmente giunti ad un compromesso: sperimentare un Palio straordinario nel 2019 a celebrazione dei 1900 anni dal martirio del Patrono San Secondo e, data la straordinarietà, sperimentare un’organizzazione che prevedesse l’assegnazione di due drappi ai vincitori di due corse, la prima in due batterie con finale a 8, la seconda in finale secca a 7 (in sostituzione dell’usuale terza batteria). Due le nostre richieste: estrarre a sorte tra i 21 concorrenti del Palio chi avrebbe corso l’una o l’altra corsa ed avere ampie rassicurazioni scritte circa un ritorno alla formula tradizionale dal 2020. Sindaco di Asti e rettori cittadini non hanno accettato l’estrazione quale metodo per decidere chi dovesse correre l’una e l’altra corsa e di questo abbiamo preso atto con rammarico. Chiaro quindi l’intento di separare Borghi/Rioni dai Comuni. Siamo tuttavia amministratori e quel che abbiamo più a cuore è il nostro territorio, pertanto siamo scesi ad ulteriore compromesso chiedendo che la corsa di Borghi e Rioni cittadini con le due batterie venisse denominata Palio del Santo Secondo (anche a fronte della motivazione alla base della straordinarietà e delle conseguenti celebrazioni), mentre alla finale secca tra comuni fosse lasciato il titolo di Palio di Asti, proprio come proposto sin dall’inizio da Rasero stesso al Collegio dei rettori. In ultimo, nel ribadire che avremmo assecondato questa soluzione solo in funzione della straordinarietà dell’evento, abbiamo ancora richiesto che si verbalizzasse e sottoscrivesse che, dal 2020, Comuni, Borghi e Rioni sarebbero tornati tutti sullo stesso piano, senza più problemi ed attacchi su questioni di identità, legittimità e, come già detto, dignità. L’accordo era stato condiviso, ma ieri (martedì 20 novembre), durante il Consiglio del Palio, alcuni di noi (presenti i sindaci di Baldichieri d’Asti, Castell’Alfero, Nizza Monferrato e San Damiano d’Asti) hanno potuto apprezzare dal vivo l’ennesima riedizione unilaterale della proposta: nessuna certezza per gli anni a venire, nessuna estrazione tra pari e nessun distinguo sul nome del drappo. Tante le cose gravi da sottolineare a nostro avviso:
– Il diritto di parole, da regolamento, è riservato solo ai membri del Consiglio del Palio, ma dopo essere stati invitati a sedere in prima fila, anche considerata la straordinarietà della situazione, non abbiamo certo apprezzato il diniego ricevuto alla nostra richiesta di poter intervenire.
-La versione prospettata da Rasero, come detto, non ha rispettato nessuno dei punti concordati, salvo vaghi ed inaccettabili riferimenti ad una pari dignità da riacquisire a far data dal 2020, come se la nostra preoccupazione si riducesse a sapere a quanto ammonterà la “tassa” per poter continuare a correre il Palio
–Abbiamo dovuto ascoltare in una sede pubblica il sindaco di Asti rivolgersi ai nostri rappresentanti (i rettori dei Comitati Palio dei comuni) e prospettargli che se avessero votato contro la proposta, la corsa a 7 che già vedeva relegati a parte i nostri colori avrebbe potuto ancora essere ripensata, valutando chi avrebbe corso e chi no, magari invitando altri comuni da fuori provincia e/o fuori regione
–Abbiamo visto un popolo paliofilo diviso, non solo con i comuni messi in un angolo, ma persino tra quei tanti borghigiani cittadini che hanno a cuore la manifestazione e molto meno queste “beghe”
–Abbiamo dovuto, finito il Consiglio, anche “giustificare” il fatto che se due rettori di comuni hanno votato a favore della proposta è perché avevano avuto preciso mandato dai loro sindaci (che non hanno potuto partecipare di persona) sulla base di un accordo che è stato poi completamente disatteso. Un voto favorevole, quindi, derivante dall’imbarazzo di due rappresentanti che, come tanti purtroppo, hanno fatto fatica ad orientarsi nella confusione che si è creata
–Abbiamo dovuto ascoltare un’articolata spiegazione circa il fatto che Asti non è tenuta (come abbiamo invece più volte chiesto) ad essere faro di una Provincia in difficoltà e di un territorio che ha bisogno di lavorare unito e coeso per il bene della popolazione che lo vive e lo anima, ma che, almeno per quanto riguarda il Palio, questa responsabilità non rientra tra le priorità dell’Amministrazione cittadina
Unica nota positiva della serata è stata ascoltare il Capitano che elogiamo e applaudiamo perché ha espresso con coraggio e amore il proprio pensiero a tutela della nostra manifestazione, della sua storia e tradizione e soprattutto di tutti i partecipanti senza distinzioni territoriali.
A fronte di quanto descritto, dunque, non possiamo esimerci dal rappresentare la nostra profonda delusione a livello sia istituzionale sia personale. Ci permettiamo di ricordare che i comuni corrono e segnano la storia del Palio di Asti da secoli, alcuni con risultati addirittura superiori alla maggioranza dei Borghi e Rioni cittadini, e che rappresentano una popolazione di circa 40mila abitanti della nostra provincia. Ci fregiamo di ricoprire con umiltà un mandato pro tempore che, fino a quando ci identificherà quali rappresentanti dei nostri territori, ci vedrà fieramente difenderne la storia ed il valore.
Sempre e comunque.
Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri d’Asti
Marco Gabusi, sindaco di Canelli
Angelo Marengo, sindaco di Castell’Alfero
Aldo Fara, sindaco di Moncalvo
Paolo Luzi, sindaco di Montechiaro d’Asti
Simone Nosenzo, sindaco di Nizza Monferrato
Mauro Caliendo, sindaco di San Damiano d’Asti”
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