CASTEL DEL PIANO
Animalisti contro il Palio «Sindaco, lo impedisca»
CASTEL DEL PIANO. Castel del Piano come Siena. Contestazioni degli animalisti per la carriera attesissima e pluricentenaria della Madonna delle Grazie. E sul tavolo degli amministratori piomba una lettera di Paola Re da Alessandria che spiega di aver appreso dal sito web del Comune di Castel del Piano del palio dell’8 i settembre.
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Si legge come titolo, dalle pagine del giornale Tirreno l’ennesima capperata degli animalisti. Scrivo solo per dire che sono i soliti ipocriti e falsi amanti degli animali, non meritano una parola in più se no ma chi cappero è st’à Paola Re???!!!
Grazie
Dialogo tra me e Cristina, mia cara amica; come guardare il mondo dei cavalli da due punti di vista…
Cristina – (commento alla foto pubblicata sulla mia pagina Facebook ritraente Manfredi e Topazio, i miei due cavalli, prima della sfilata del 18…) No. I palii no. Sono violenti, devono essere aboliti!
Stefano – Cri, invece il dressage non è una violenza contro il cavallo? In natura infatti i cavalli non galoppano, “ballano per storto… “
Cristina – Al Palio di Siena succedono spesso incidenti ai cavalli, che poi devono essere abbattuti: questo nel dressage non succede…
Stefano – Sicura? (link agli articoli di Repubblica e Corriere della Sera) “Flambo, il cavallo maltrattato fino alla morte dall’atleta olimpionico di dressage”
Cristina – All’ultimo palio sono caduti 6 cavalli su 10. Margi (l’ olimpionico) è un killer, ma per fortuna è uno solo e gli hanno messo uno stop, al contrario dei palii; è un caso e ha giustamente fatto scalpore. Ma ad ogni palio ne viene soppresso almeno uno…I cavalli vengono fatti correre senza regole, in luoghi e su terreni improvvisati e non adatti e sono montati da fantini ancora più improvvisati e non professionisti. In nome di quale tradizione da perpetuare?? Sono al pari delle corse clandestine su strada!
Stefano – La mia conoscenza del mondo dei cavalli in confronto alla tua è praticamente nulla ma ti posso assicurare che non ho mai visto trattare un cavallo così bene come a Siena e provincia…
Cristina – Ecco appunto. Ti farei parlare con qualche veterinario di servizio al palio che ha soppresso i cavalli!
Stefano – Recentemente mi è capitato di vedere in televisione una famosa corsa che si fa in Inghilterra: Grand National: ne partono 30-40 di cavalli e ne arrivano sette otto… e gli altri tutti caduti per strada. Eppure non mi sembra che la cultura equestre in Inghilterra sia di poco conto…
Cristina – Il Grand National è la corsa più difficile che ci sia. Cadono molti cavalli, ma cadono su una pista in erba fatta apposta x correre e ne muoiono pochi. Ma comunque, per quanto mi riguarda, anche uno è troppo… e in Inghilterra ci sono molte richieste perché non si disputi più. Gli inglesi, però, grandi amanti e rispettosi dei cavalli non hanno un palio assassino in ogni paesucolo di campagna!
Stefano – (link all’articolo su “corriere della Sera) La “carneficina” del Grand National Due cavalli morti, un fantino in fin di vita.
Cristina – Ripeto, per me dovrebbe finire anche il Grand National. Ma il fatto che ci sia un’altra corsa killer non giustifica la crudeltà dei palii. Sorry!
Stefano – In ogni caso, per quanto riguarda le violenze nei confronti dei cavalli, come tu sai da quando ho il cavallo e ho imparato ad amarlo e rispettarlo, considero ad esempio il morso un mezzo violento e inutile, e sono già due anni che Manfredi (il mio cavallo) non mette più niente dentro la bocca.
Così come sono violenze per me inaccettabili, anche se non causano la morte del cavallo, gli speroni la doppia briglia il frustino e compagnia cantando… al limite anche il box! Ma quando mai in natura un cavallo sta fermo tutta la vita dentro una stanza 3×3?!
Cristina – Allora non partecipare ai palii
Stefano – Io ho partecipato alla sfilata storica… E abbiamo fatto la nostra portata figura….
Inoltre, per quanto riguarda le capacità dei fantini di Siena, raramente ho visto persone così capaci a cavalcare e così intimamente connesse al loro cavallo; andando a pelo non vi è più il “binomio” fantino-cavallo… ma si è una cosa sola… e questo lo dico per esperienza personale…
In tutti gli ambiti e le casistiche che ultimamente mi trovo ad analizzare mi imbatto sempre più freqentemente in quella che a mio avviso è la più evidente malattia del nostro tempo: l’ipocrisia. Mi dispiace dirlo, ed evidentemente una dose di ipocrisia ce l’ho anche io visto che scrivo adesso su un blog, ma credo che internet abbia aiutato molto la diffusione del male. Tutti dietro una tastiera sono così sicuri del proprio verbo. Ma a questi, che si definiscono “difensorri” degli animali avrei molte domande da fare. Tutti questi signori che hanno le verità in tasca sanno quali animali sono nati per essere cresciuti solo per la macellazione, cresciuti appositamente in gabbie anguste senza mai conoscere la libertà. Sanno anche quali sono gli animali che al contrario hanno altri tipi di diritti. Vorrei ricordare loro che in ampie zone d’Italia esistono e fioriscono macellerie equine. Sono forse cavalli meno nobili? Sono così certi che quegli animali destinati alla macellazione siano trattati meglio che a Siena? Visto che a differenza di molti io dubito su tutto, anche sui grandi temi etici dell’uomo, di cui tanti sono certi, non so su quali basi… E allora da senese mi chiedo anche se il protocollo di sicurezza sia sufficiente e se sia la strada giusta. A costo di essere ingenuo mi dico: usare cavalli molto più robusti e lenti cambierebbe qualcosa? So di non dire niente di originale, ma sono coninto che questo argomento possa ancora valere un confronto serio all’interno della città.
Ciao Brontolo. Paola Re credo sia la responsabile di una associazione amimalista che si chiama Freccia 45 che tutte le volte che viene a conoscenza di manifestazioni con uso di aminali invia lettere insensate ai sindaci chiedendo dui non autorizzare gli eventi. Lo ha fatto ad Asti, Buti, Bomarzo, in Sardegna. Gente che lascia il tempo che trova……..
perfetto il tuo lascia il tempo che trova grazie Dabide
non hai proprio da fare niente cristina mi sà