1-NEWS IPPICA

Circuito Pattern, cambiare per crescere

26 Febbraio 2025

Cari Soci e Amici, si fa un gran parlare dell’ennesima diminuzione di status di alcune delle nostre corse principali ufficializzata nell’ultima riunione del Comitato Pattern Europeo che, pure, ha fatto i complimenti all’Italia per l’impegno profuso nel “raddrizzare” una situazione molto complicata sotto molti aspetti. Su questo tema vorremmo oggi proporvi un approccio più coinvolgente.
In concreto, noi vi proponiamo una ipotesi voi, cortesemente, rispondeteci dicendo la vostra condividendo o esprimendo altri pareri o idee.
Dal confronto di tutti può nascere l’idea vincente e soprattutto si batte il pericolo più grande dell’oggi: l’immobilismo e la noia.
Veniamo alle nostre idee.
QUESTIONE PATTERN
Riteniamo che il sistema di valutazione adottato fino a oggi sia suicida per tutti, inglesi propugnatori compresi, se sale la marea per primi affogheranno “i topi in cantina” ma prima o poi viene giù il palazzo e quindi anche “i signori all’attico” avranno di che preoccuparsi e, cadendo da più in alto, si faranno più male.
Inutile negare che l’appeal di una corsa (escluse pochissime che possiamo contare sulle dita di una mano) lo fanno in primo luogo i soldi al palo e i paesi europei non sono più i depositari della ricchezza mondiale, per cui nel medio-lungo periodo tutto si sposterà in altri continenti.
Noi crediamo che se vogliamo salvaguardare e anzi diffondere il galoppo continentale, rendendolo quindi più forte e anche più ricco, si debba poter ragionare in altro modo.
Prendiamo spunto dal calcio: negli anni ’60 la coppa dei campioni la giocavano in 16 squadre, oggi sono oltre 100 perché il calcio è più che continentale, al punto che la Transnistria, che neppure è una nazione riconosciuta, ha visto lo Sheriff partecipare ad una delle coppe contro le nostre squadre.
Altro esempio, che parte da un punto di partenza diametralmente opposto, lo abbiamo nella formula 1 con il GP di Montecarlo, un nonsense tecnico nel motorsport odierno, ma un Gran Premio a cui nessuno, né i Dirigenti del Circuit né le Scuderie partecipanti, rinuncerebbe mai, per la storia e la passione che porta con sé.
Questo perché “il neretto” nel calcio o nella formula 1 è dato a seconda del movimento che lo sport crea ed ha creato.
Seguendo lo stesso concetto potremmo quindi esporre la seguente tesi: in Europa nascono all’incirca 24.000 (numero approssimativo non lontano dalla realtà) cavalli all’anno. Quanti è ragionevole che possano ambire ad avere il neretto considerando una distribuzione equanime al massimo? Per comodità facciamo 2.000, circa l’8%. Di più diremmo di no assolutamente, anzi sono facilmente di meno, perché “migliore” è un concetto relativo e si può essere considerati migliori solo in relazione ad una grande maggioranza che sia meno valida.
Bene, se 2.000 possono essere i cavalli che ogni anno possono ambire ad acquisire detto neretto e per ogni corsa abbiamo 3 neretti (il vincitore e i due piazzati), si può dedurre che ogni anno dovrebbero esserci all’incirca 700/750 corse da neretto in Europa, al massimo. Quindi un ammontare leggermente inferiore alla situazione attuale, partendo dalle Listed per arrivare ai Gruppi.
Postulato questo, passiamo all’aspetto centrale e innovativo rispetto a quanto avviene oggi, cioè tali corse andrebbero suddivise su ogni nazione, ognuno con la sua parte in relazione alla capacità che, come nazione, è in grado di esprimere.
Una capacità da valutare in termini di impianti, di soggetti nati, di risultati conseguiti, ma anche di storia, passione, rilevanza economica e strategica della Nazione e così via pensando a più parametri logici possibili. In definitiva una valutazione complessiva di un movimento, non un’opera di killeraggio sistematico senza respiro come quella che vediamo.
Ciò che propone il Ministero in merito a qualche nostra pattern per il 2026 (cambiare distanza, aumentare il premio) in relazione alla situazione attuale è lodevole e va sostenuto, ma fa il paio con i Francesi che, pur di non farsi tagliare tanto dagli Inglesi, si sono segati da soli delle Pattern e le hanno accorpate. Però così si allontana nel tempo il problema, ma non modificando le basi, non lo si risolve.
Viceversa, con la proposta qui avanzata ogni nazione avrebbe la certezza, almeno fintanto che fosse capace di rispettare una serie di parametri più complessivi, del suo gruppo di “neretti” distribuibili al proprio movimento.
Il confronto internazionale poi fornirà la cartina di tornasole, ma sul campo e non sul tavolino.
Ogni squadra vince il suo campionato poi si va nelle coppe e si vede qual è il movimento migliore. Così come i punti presi a Monaco valgono come quelli di Silverstone o altrove. Soffermarsi solo e soltanto sull’aspetto tecnico è certamente più agevole per chi decide, ma rischia di sfasciare lo sport che tanto amiamo.
Questo è lo spunto che vi lanciamo, confidiamo in un vostro contributo.
D’altronde: Più siamo… Più facciamo…!
Antonio Viani
Presidente U.P.G.

***********************************

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: giornalebrontolonews@gmail.com

Add Comment

Click here to post a comment

Ultime Notizie

BRONTOLO NEWS WEB TV

SPONSOR

Categorie articoli

SPONSOR