19 APRILE 2020
Vediamo oggi la città di Ferrara la sua storia è antica, molto antica e con l’aiuto di Wikipedia vediamo in generale la sua storia ed altro. Ferrara ha il suoi Palio noi vediamo in particolare quello con i cavalli, ma poi c’è anche il palio dei Somari, delle Putte e dei Putti che si svolgono prima del palio dei cavalli. Buona lettura.
Ferrara (Fràra [‘fra:ra] in dialetto ferrarese) è un comune italiano di 131 998 abitanti[1], capoluogo dell’omonima provincia in Emilia-Romagna. Fu capitale del Ducato di Ferrara nel periodo degli Estensi, quando rappresentò un importante centro politico, artistico e culturale. Lo sviluppo urbanistico avvenuto durante il Rinascimento, l’Addizione Erculea, la rese la prima capitale moderna d’Europa.[2] Nel 1995 ottenne dall’UNESCO il riconoscimento di patrimonio dell’umanità come città del Rinascimento e nel 1999 ne ottenne un secondo per il delta del Po e per le sue delizie estensi. Ferrara è sede universitaria (Università degli Studi di Ferrara) ed arcivescovile (arcidiocesi di Ferrara-Comacchio). L’economia si basa storicamente sulla produzione agricola, ma possiede impianti industriali come il petrolchimico, varie industrie ed un polo per la piccola e media impresa.[3] Parte della città utilizza una rete di teleriscaldamento alimentata da energia geotermica.
Ferrara comune |
|||||
---|---|---|---|---|---|
|
|||||
Localizzazione | |||||
Stato | Italia | ||||
Regione | Emilia-Romagna | ||||
Provincia | Ferrara | ||||
Amministrazione | |||||
Sindaco | Alan Fabbri (Lega Nord) dall’11-6-2019 |
Ferrara, città del Rinascimento e il suo Delta del Po (EN) Ferrara, City of the Renaissance, and its Po Delta |
|
---|---|
Tipo | culturale |
Criterio | C (ii)(iii)(iv)(v)(vi) |
Pericolo | No |
Riconosciuto dal | 1995 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
Territorio
Il territorio, considerata la sua genesi e le vicende storiche, è contraddistinto da numerosi canali artificiali per l’irrigazione ed il drenaggio delle campagne, rese coltivabili e abitabili. Risulta totalmente pianeggiante con un’altitudine compresa tra 2,4 e 9 m s.l.m. ed una superficie di 405,16 km² (Si classifica come diciassettesimo comune per estensione in Italia). Confina a nord con la regione Veneto, in particolare con la provincia di Rovigo, e a sud con la città metropolitana di Bologna. Il fiume Po (che nel corso dei secoli ha più volte cambiato il suo corso) ha influenzato la città sin dalla nascita e ne ha condizionato lo sviluppo. Il territorio comunale e molta parte di quello provinciale costituiscono un paesaggio modificato artificialmente, risultato dell’azione umana concretizzatasi nelle grandi opere di bonifica ricordate. La città è ad un’altitudine inferiore al livello medio delle acque del Po ed il fiume deve essere controllato da argini imponenti. Serve un continuo lavoro delle pompe idrovore per non far sommergere la pianura dall’acqua e permettere così che le acque derivanti dalle precipitazioni vengano avviate verso il mare attraverso i numerosi canali artificiali.[6]
Origini del nome
Non esistono fonti certe sull’etimologia del nome Ferrara anche se appare molto probabile che non nasca in epoca romana e che quindi sia comparso successivamente, nel medioevo. Del resto la città è nata relativamente tardi rispetto ad altri insediamenti vicini come Ravenna, Spina e Voghenza.[16] È senza fondamento anche la derivazione biblica; nessun Ferrato è mai citato nel testo sacro. Mitico pure il fatto che la città sia stata fondata da un certo Marco che qui sarebbe giunto accompagnato, tra gli altri, da una ragazza troiana di nome Ferrara. Si vorrebbe che l’immagine di tale fanciulla sia quella che compare scolpita sulla porta minore della cattedrale, a destra, e detta anticamente Madonna Frara. Si è pensato al ferro che veniva lavorato nel territorio o che il nome sia venuto dal farro, il cereale molto usato dai romani e abbondante nel ferrarese; Farraria, cioè terra dove si coltiva il farro. Altra supposizione è legata alle importanti fiere che si tenevano in zona due volte l’anno. Il luogo dove queste si svolgevano veniva chiamato Feriarum area[17] (piazza delle fiere). Certo è che la prima sede vescovile sorta dopo il trasferimento forzato da Voghenza veniva chiamata Ferrariola[18][19] (Forum Alieni) e che poco dopo, nel VII secolo, fu fondato il Castrum Ferrariae,[20] più comunemente noto come Castrum bizantino[21]
STORIA «Ancor oggi non è difficile, frugando in certe bottegucce di Ferrara, mettere le mani su cartoline vecchie di almeno cinquant’anni. Sono vendute ingiallite dal tempo, macchiate di umidità. Una di queste mostra corso Giovecca, la principale arteria cittadina, come era allora, verso la fine del secolo scorso.»
Nascita della città (VII e VIII secolo)
La nascita della città di Ferrara si deve alle continue invasioni barbariche che devastarono Voghenza fra il VII e l’VIII secolo mentre papato ed esarcato continuavano a contendersi il controllo dell’allora sede vescovile (mentre era vescovo san Maurelio, patrono di Ferrara con san Giorgio). Maurelio, che aveva scelto la fedeltà alla chiesa di Roma, venne ucciso e Voghenza non fu più sede vescovile, spostata al borgo San Giorgio, (la Ferrariola),[22] sulla riva destra del fiume Po in corrispondenza del castrum che si trovava sulla riva opposta.[23] A metà dell’VIII secolo Ferrara, citata con questo nome da Astolfo, rientrò nell’area controllata dal re longobardo.[24] Questo primo insediamento corrisponde al sito dell’antica basilica di San Giorgio fuori le mura.
Età romanica (dal IX al XII secolo) Ferrara uscì dalla sfera di influenza bizantina e venne occupata dai Longobardi. Attorno alla metà dell’VIII secolo l’intera regione, che comprendeva anche Ravenna, Bologna ed Adria, venne donata da Pipino il Breve, re dei Franchi, a papa Stefano II. In Europa intanto la nazione germanica (con Ottone I di Sassonia) espandeva il suo dominio ed arrivò a controllare tutto il nord Italia. Ferrara rimase tuttavia legata alla Chiesa e papa Giovanni XV, dopo la morte di Ottone e considerando l’emergere di nuove famiglie nobili (tra le quali i Canossa), concesse la città come feudo a Tedaldo di Canossa.[25] Il primitivo insediamento difensivo del castrum bizantino continuò ad espandersi spostando così il centro politico e religioso dal borgo di San Giorgio all’altra sponda del Po. In queste prime fasi la città si sviluppò seguendo il corso del fiume, fu una città lineare,[nota 1] e solo in seguito l’abitato iniziò ad occupare nuove aree settentrionali. Nel 1135 la sede vescovile venne spostata nella nuova cattedrale di Ferrara, innalzata a nord del primitivo insediamento del castrum. L’affermarsi di distinti poteri (religioso e politico) unito alla struttura urbana che si stava delineando concluse questa fase di città nascente. Sorse, oltre alla nuova cattedrale, il palazzo del municipio, e vennero realizzate o ampliate nuove strade, a partire da via Ripagrande e via Capo delle Volte, che costeggiavano sin dai primi tempi la riva sinistra del Po.
Presa del potere da parte degli Estensi
Adelardi e Giocoli (guelfi) e Salinguerra e Torelli (ghibellini) si combatterono a lungo sin dal XIII secolo per il controllo cittadino ma il matrimonio di Azzo VI d’Este con l’ultima erede degli Adelardi pose fine alle lotte; gli estensi presero il potere per la fazione guelfa. Nel 1240 Ferrara fu assediata dai veneziani, alleati con i mantovani[27].
[28] Agli inizi del XIV secolo gli estensi si scontrarono con Bologna, Mantova e Verona e vennero minacciati nella stessa Ferrara. Azzo VIII d’Este chiese aiuto alla Repubblica di Venezia ottenendo rinforzi, ma alla sua morte il trono passò al nipote Folco II d’Este e non al figlio Fresco d’Este, che venne escluso dalla successione. Fresco, per sostenere il suo diritto e ottenere un’investitura ufficiale come signore della città, offrì il feudo di Ferrara a papa Clemente V.
Le guerre con la Repubblica di Venezia Il papa inizialmente sostenne il marchese Francesco ma nel 1308 iniziò una nuova guerra per il controllo di ampi territori a nord ed a sud del Po. La Repubblica di Venezia dichiarò guerra allo Stato della Chiesa per mantenere il possesso di Castel Tedaldo, importante roccaforte di Ferrara. Come reazione i legati pontifici ottennero la scomunica del doge di Venezia e di tutti coloro che avessero sostenuto l’occupazione della città. Il conflitto ebbe un esito favorevole per gli estensi ma questi dovettero attendere il 1332 perché il potere tornasse di nuovo e stabilmente nelle loro mani. Alla fine del XIV secolo scoppiò una nuova guerra quando Girolamo Riario, nipote del papa Sisto IV e signore di Forlì ed Imola tentò di allargare il proprio dominio stringendo un’alleanza con lo stato pontificio e la repubblica di Venezia per impossessarsi di Ferrara. Dopo alterne vicende militari si arrivò alla pace di Bagnolo che lasciò Ferrara alla casa estense ma costrinse Ercole I d’Este a cedere Rovigo ed il Polesine a Venezia, rinunciando così ai territori a nord del Po. Nel XVI secolo Ferrara ritornò in guerra schierandosi contro la Repubblica di Venezia nella Lega di Cambrai.
Il Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze Ferrara fu sede, tra l’8 gennaio 1438 e l’inizio del 1439, di un importante concilio ecumenico che aveva tra le sue finalità la ricerca di dialogo con la Chiesa ortodossa, la lotta all’eresia degli Hussiti e la riforma della Chiesa. Il Concilio si spostò a Firenze in seguito allo scoppio di una epidemia di peste.
La zecca di Ferrara nel XIII e nel XIV secolo
A Ferrara, quando ormai la struttura amministrativa aveva raggiunto una sua solidità malgrado l’insicurezza politica, divenne molto attiva una zecca che coniò varie monete. Tra queste la prima fu il Ferrarese o Ferrarino, chiamato Denaro Ferrarese, che aveva un valore superiore all’altra moneta coniata in quel periodo dalla stessa zecca, il Bagattino.[30] Entrambe le monete su una faccia riportavano il nome dell’imperatore, Fredericus, con le lettere F.D.R.C. circondate dalla parola IMPERATOR, e sull’altra faccia una croce circondata dal nome FERRARIA Il secolo successivo vennero coniate diverse altre monete, tra queste il Quattrino di Ferrara, che su una faccia riportava per la prima volta lo stemma del comune e sull’altra l’effige del vescovo di Voghenza San Maurelio.
Gli Estensi dal XV secolo alla devoluzione Dal loro insediamento gli Estensi governarono la città per quasi tre secoli rendendola capitale di uno stato piccolo ma culturalmente attivissimo. Ferrara iniziò ad affermarsi nella seconda metà del XV secolo con il marchese Leonello d’Este. L’investitura ducale di Borso d’Este nel 1471 da parte del papa fu un riconoscimento fondamentale ed Ercole I d’Este fece raggiungere alla città il massimo splendore realizzando, nel 1492, l’Addizione Erculea, il progetto urbanistico di Biagio Rossetti che rese Ferrara la prima città moderna d’Europa[32] e che ampliò verso nord la superficie cittadina su uno schema razionale, con vie larghe e rettilinee, incroci studiati anche dal punto di vista scenografico, nuove piazze e grandi palazzi rinascimentali. Alla corte convenirono alcuni tra gli artisti ed i letterati di maggior rilievo del tempo come Piero della Francesca, Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Rogier van der Weyden. Nacque la scuola ferrarese in pittura, con Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e Francesco del Cossa. Arrivarono Dosso Dossi, Tiziano Vecellio, Giovanni Bellini, Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso. Fu presente il musicista Luzzasco Luzzaschi e quando Ferrara divenne parte dello Stato della Chiesa il suo allievo Girolamo Frescobaldi fu accolto a Roma come organista in San Pietro.
La presenza dell’università, fondata già nel XIV secolo su autorizzazione del papa Bonifacio IX nel 1391 e su richiesta di Alberto V d’Este, contribuì, in quei secoli, a far arrivare tra le mura cittadine Niccolò Copernico, Giovanni Pico della Mirandola, Paracelso e Gabriele Falloppio. Il ducato di Ercole II d’Este, nel pieno della potenza estense, merita attenzione per due aspetti particolari. L’amore del duca per le artiglierie lo portò a far diventare Ferrara una potenza militare e una delle capitali europee nella produzione di modernissime artiglierie. Arrivò in città il massimo esperto del tempo, Annibale Borgognoni, artefice, tra le altre, di una colubrina capolavoro chiamata la Regina. L’esercito ducale quindi poteva contare su armi all’avanguardia per i tempi. La moglie di Ercole II poi era Renata di Francia e ciò rese di fatto la città un centro di diffusione della riforma protestante in Italia. A Ferrara arrivò, seppure non ufficialmente, anche Giovanni Calvino, e questo non fu certo gradito dalla Chiesa cattolica romana.
Presenza ebraica La comunità ebraica fu determinante sin da prima della presa di potere da parte della famiglia estense e del raggiungimento del rango ducale da parte della signoria[33] ma fu certamente col 1492 che si verificò un mutamento qualitativo importante. Ercole I d’Este, in quell’anno, accolse gli ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna dai Re cattolici.[nota 2] Da allora la cultura ebraica si integrò sempre di più con quella della città sino a diventarne parte fondamentale e caratterizzante.[34][nota 3] Anche dopo la devoluzione e la creazione del ghetto la presenza ebraica non venne meno nè la partecipazione alla vita culturale. Isacco Lampronti[35] ne fu la prova, con la sua attività nel corso del XVIII secolo. Quasi due secoli dopo poi la vicenda di Renzo Ravenna ed i rapporti di Italo Balbo con gli ebrei continuarono a testimoniare questo legame indissolubile, e l’opera di Giorgio Bassani ne fu l’espressione letteraria.
La devoluzione allo Stato Pontificio e la lenta decadenza dal XVII al XVIII secolo Ferrara tornò sotto controllo diretto dello Stato Pontificio nel 1598 quando la mancanza di figli legittimi del duca Alfonso II d’Este permise al papa Clemente VIII di riappropriarsi del feudo. Con la devoluzione perse il suo status di capitale per divenire semplice città di confine e andò incontro ad un inevitabile declino. Un primo segno del reintegrato potere pontificio fu la costruzione della fortezza. Questo avvenne distruggendo Castel Tedaldo, la delizia di Belvedere ed interi quartieri. La fortezza sarà poi smantellata durante la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte del 1796, riedificata nell’Ottocento dagli austriaci e definitivamente demolita nel 1859, quando Ferrara divenne parte del Regno di Sardegna. Le cronache del tempo chiarirono il vero motivo della costruzione della cosiddetta cittadella del papa.
Attorno al 1708 l’allora comandante della guarnigione della fortificazione decise l’abbattimento del campanile della chiesa di San Benedetto. La motivazione addotta era che il campanile, anche se lontano, permetteva con la sua altezza di vedere dentro la piazza fortificata e costituiva un potenziale pericolo. L’abate di San Benedetto riuscì a far rientrare la decisione convincendo il legato pontificio, il cardinale Casoni[nota 4] Una seconda grave conseguenza fu la creazione del ghetto di Ferrara che colpì duramente gli ebrei ferraresi. Intanto gli Estensi trasferendosi a Modena avevano portato con sé parte delle opere d’arte, delle artiglierie e degli archivi ducali e lo stato pontificio, subito dopo, aveva fatto trasferire a Roma ciò che era rimasto e che si poteva spostare con maggior facilità. In generale le condizioni economiche peggiorarono per tutta la popolazione per molti anni.
Monumenti e luoghi d’interesse
L’Addizione Erculea fu la più importante opera urbanistica rinascimentale progettata da Biagio Rossetti su incarico del duca Ercole I d’Este che raddoppiò la superficie racchiusa dalle mura della città con grandi arterie dal tracciato rettilineo ed incroci con grandi palazzi[59]. Venne superato il modello medievale con vie strette e sinuose, nate magari dove un corso d’acqua o un ostacolo naturale le aveva richieste. Rossetti ed Ercole I volevano che la Ferrara ducale avesse spazi e prospettive degni di una capitale. Il luogo maggiormente identificativo, sintesi dell’intera opera, è il quadrivio degli Angeli sul quale si affacciano Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno. Nel quadrivio si incontrano il nuovo asse viario cittadino disposto secondo la direzione est-ovest con corso Ercole I d’Este, che dal Castello Estense apre la vista sino alla porta degli Angeli, sulle mura a nord. L’addizione è la principale motivazione del riconoscimento ottenuto da Ferrara dall’UNESCO, che ha inserito la città nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Il centro storico medievale è ben conservato e sul piano architettonico è notevole pure l’addizione operata nel Novecento. Alcuni punti della città sono quasi sempre ignorati dalle guide turistiche e dagli stessi cittadini malgrado l’interesse non solo storico che possono suscitare. Ad esempio via Coperta, vicolo dei Duelli e via delle Vigne.
Architetture religiose
Chiese cattoliche
- La cattedrale di San Giorgio è sede dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e riveste importanza storica ed artistica notevole. Venne edificata sul sito di una delle prime linee difesive delle antiche mura medievali attorno al XII secolo. La data di inizio lavori per la sua erezione non è certa e un’epigrafe del 1135, sopra l’arco del protiro, recita: anno milleno centeno ter quoque deno / quinque superlatis struitur domus haec pietatis. Il verbo struitu, di difficile traduzione, è stato interpretato sia come si costruisce, sia come si continua a costruire. Il progettista che diede inizio anche alla realizzazione del protiro è Nicholaus (già architetto della basilica di San Zeno a Verona e della sacra di San Michele in Val di Susa), chiamato al compito con Guglielmo degli Adelardi. La “firma” di Nicholaus è contenuta in un’iscrizione collocata sopra la cornice della lunetta del portale maggiore. La facciata della cattedrale è romanica e presenta logge, arcate, statue, rosoni e bassorilievi. Alcuni particolari di epoca successiva presentano caratteristiche gotiche (il Giudizio universale posto sul protiro sorretto da due ippogrifi o la statua della Madonna col Bambino nella loggia sopra il portale centrale). Sul lato destro rivolto a piazza Trento e Trieste esisteva una seconda entrata denominata “porta dei Mesi”, completamente demolita durante un restauro settecentesco. Sullo stesso lato meridionale è stata ritrovata un’iscrizione (quasi completamente situata sotto l’attuale livello della piazza) che corre lungo tutta la fiancata, recante un decreto del Consiglio dei sapienti del comune, del 13 maggio 1173, testimonianza delle regole e delle consuetudini locali. Un’altra importante iscrizione si trova nella facciata, accanto alla statua di Alberto V d’Este, e riporta la bolla pontificia di papa Bonifacio I che istituiva l’università di Ferrara, datata 4 marzo 1391. L’interno ha tre navate ed è decorato in stile barocco. Nelle cappelle laterali sono presenti numerosi dipinti di Guercino, di Garofalo e di Francesco Francia. L’abside è opera di Biagio Rossetti e nel catino absidale è affrescato il Giudizio Universale. Il campanile in marmo rosa e bianco è stato attribuito a Leon Battista Alberti e nella sua forma attuale risulta incompleto.
- La Basilica di San Giorgio fuori le mura fu la prima basilica della città, costruita sulla sponda destra del Po di Volano dove si era creata e sviluppata la Ferrara antica. Chiamata anche “monastero di San Giorgio degli Olivetani”, la chiesa fu costruita nell’VIII secolo e quasi completamente trascurata quando la sede vescovile venne spostata, nel 1135, nell’attuale cattedrale. Il campanile fu rimaneggiato da Biagio Rossetti ed oggi ospita la tomba di Cosmè Tura.
- Chiesa di San Francesco: opera di Biagio Rossetti, costruita nel 1494, presenta una pianta a croce latina e una facciata rinascimentale. L’interno, a tre navate, presenta otto cappelle per ogni lato.
- La Chiesa di San Paolo è stata interamente ricostruita dopo il terremoto del 1570. Fungeva da luogo di sepoltura per la nobiltà ferrarese. Vi sono conservati dipinti dello Scarsellino e del Bastianino. A fianco della chiesa si conserva l’antico convento con due chiostri.
- La Chiesa di Santa Maria in Vado deve il suo nome ad un guado del Po detto il vado presente nei dintorni dell’edificio. Secondo la tradizione nella chiesetta preesistente a quella edificata in seguito, vi avvenne un miracolo eucaristico nel 1171. Da un’ostia spezzata fuoriuscì un getto di sangue che andò a colpire la volta soprastante e il punto dove si suppone siano ancora presenti le macchioline di sangue può essere raggiunto tramite una piccola scala che parte da una delle cappelle.
- La Chiesa di San Cristoforo alla Certosa è un edificio di culto del cimitero della Certosa di Ferrara, anticamente situata in una zona decentrata, come voleva la tradizione dei certosini, fu in seguito compresa all’interno delle mura cittadine con l’Addizione Erculea. Quando i certosini vennero espropriati della chiesa con l’arrivo dell’esercito napolelonico l’edificio passò, nel 1813, tra le proprietà del comune di Ferrara che riaprì la chiesa al culto e trasformo l’antico convento nel cimitero monumentale. L’interno è costituito da un’unica navata dotata di sei cappelle il cui progetto è attribuito a Biagio Rossetti.
- Le Tombe degli Estensi, ospitate nel Monastero del Corpus Domini, sorto tra il 1415 ed il 1431.[60]
Architetture medievali e rinascimentali
- Castello Estense (1385). Viene considerato il monumento più rappresentativo della città. Fu concepito come fortezza militare, costruito in mattoni, a pianta quadrata e dotato di quattro torri difensive con altane, circondato da un fossato con acqua che lo rende uno degli ultimi castelli europei con tale caratteristica. Già a partire dal 1476 Ercole I d’Este decise di trasformarlo per fargli assumere la funzione di reggia signorile. La famiglia abbandonò così la precedente residenza del Palazzo Municipale e, a cominciare dal Cinquecento, intraprese i primi interventi di abbellimento del castello, in particolare con la sistemazione della via Coperta, un corridoio sopraelevato che unisce il Castello Estense al Palazzo del Municipio, all’interno della quale Alfonso I d’Este collocò i cosiddetti Camerini d’alabastro, ovvero delle sfarzose stanze contenenti importanti opere appartenute a Dosso Dossi, Tiziano Vecellio e Antonio Lombardo.
- Palazzo Municipale. Fu la prima dimora degli Estensi e venne costruito ad iniziare dal 1245. Assunse le dimensioni moderne attorno al 1481. Nel 1927, durante il periodo della addizione Novecentista, la facciata rivolta verso la cattedrale venne interamente ricostruita in stile neogotico e fu riedificata la nuova torre della Vittoria al posto di quella crollata secoli prima. L’edificio ha una pianta rettangolare allungata con le facciate libere rivolte a piazza della cattedrale e corso Martiri della Libertà, piazza Savonarola, piazza castello, via Garibaldi e via Cortevecchia. L’entrata principale del palazzo (il Volto del Cavallo) è posta di fronte al protiro del duomo, a confermare l’importanza del potere politico oltre a quello religioso. Il cortile interno presenta altre due entrate, la Volta del Cavalletto (in via Cortevecchia) e il Volto della Colombina, dove inizia via Garibaldi. Questo cortile un tempo era riservato alla corte, come il giardino delle Duchesse, ed è diventato piazza del Municipio con il monumentale scalone d’onore cinquecentesco che permette l’accesso al piano nobile del palazzo. Altri accessi sono dalla loggia in piazza Savonarola oppure dal Castello Estense attraverso la via Coperta.
- Palazzo dei Diamanti. È uno dei palazzi cittadini di maggior rilievo, sede espositiva di numerose mostre temporanee e sede permanente della Pinacoteca Nazionale. La particolarità del monumento risiede negli 8.500 blocchi di marmo a forma di punta di diamante che, oltre a dare il nome al palazzo, rendono la struttura notevolmente articolata grazie alle diverse inclinazioni delle punte dei diamanti che riescono così a creare numerosi effetti di luci ed ombre.
Teatri
- Il teatro comunale (XVIII secolo) è il teatro principale della città. Quando se ne decise la costruzione ne esistevano già altri in città, ma si sentì la necessità di una struttura nuova e maggiormente rappresentativa. Furono scelti gli architetti Antonio Foschini e Cosimo Morelli e venne decisa anche la sede ma all’inizio sorsero problemi sul progetto e solo dopo anni di ritardi i lavori ripresero per essere riaffidati ancora a Foschini e Morelli. Nel 2014 il teatro è stato dedicato alla memoria di Claudio Abbado, che ne fu a lungo direttore artistico.
- Il teatro Nuovo è il secondo della città per importanza, inaugurato nel 1926. Sino al 2006 la sala veniva usata anche come cinema.
- La sala Estense è all’interno del palazzo municipale. All’origine fu la chiesa della casata estense poi, sconsacrata, venne ulitizzata per altri scopi. Attorno al 1925 venne riadattata e utilizzata come sala cinematografica e dopo è stata utilizzata per rappresentazioni teatrali, conferenze, concerti e manifestazioni. Spesso ospita la compagnia teatrale dialettale Straferrara.
- Il teatro Verdi è stato attivo sin quasi alla fine del XX secolo, poi è stato chiuso definitivamenteLingue e dialetti
Nella città ed in provincia, oltre all’italiano, è parlato il dialetto ferrarese (frarés), simile nella grammatica agli altri dialetti emiliani, ma con accento ed inflessioni del tutto proprie ed influenze semantiche dal vicino Veneto. Il ferrarese è parlato anche in alcune zone limitrofe del basso Polesine e dell’Oltrepò Mantovano. I dialetti di Copparo, Bondeno o Argenta differiscono dal ferrarese cittadino ed al contempo sono leggermente diversi tra loro. A Comacchio e nella zona valliva il dialetto è marcatamente diverso ed è considerato dialetto a sé. Alcuni termini e regole grammaticali del dialetto ferrarese sono simili a quelle della lingua francese. Ad esempio, l’uso del soggetto è sempre obbligatorio, nella forma riflessiva la particella precede il verbo e nelle forme interrogative si applica l’inversione soggetto/verbo. Tali analogie, comuni peraltro a quasi tutti i dialetti dell’Italia Settentrionale, vengono da molti erroneamente ricondotte alle dominazioni straniere del passato.
Tradizioni e folclore Il Palio di Ferrara, che si svolge l’ultima domenica di maggio in Piazza Ariostea, è la manifestazione tradizionale più antica della città. Le cronache ferraresi riportano l’esistenza di festeggiamenti e giochi già a partire dal 1259, quando gli Estensi vinsero una guerra contro Ezzelino III da Romano, comandante delle truppe imperiali. Venne riproposto nel 1933, quando si tenne una memorabile Mostra del Quattrocento ferrarese al Palazzo dei Diamanti voluta da Italo Balbo e Renzo Ravenna e ritornò ininterrottamente dopo la seconda guerra mondiale.
Eventi
- Il Teatro Comunale “Claudio Abbado” nella stagione propone danza, concerti e prosa.[160]
- Il Jazz Club Ferrara (Torrione di San Giovanni Battista) presenta musicisti Jazz di alto livello. Vince il titolo di miglior Jazz Club Italiano del 2010.[161]).
- Ferrara Sotto le Stelle fa arrivare in piazza Castello in estate artisti della musica italiana e internazionale.
- Il Ferrara Buskers Festival, dal 1987 nell’ultima settimana di agosto, fa arrivare in città artisti di strada da ogni parte del mondo.[162]
- Nel parco urbano Giorgio Bassani si svolgono due manifestazioni importanti. In settembre si svolge il Ferrara Balloons Festival, un festival di mongolfiere conosciuto in Italia e in Europa. Tra il 23 (festa patronale) e il 25 aprile (anniversario della liberazione d’Italia) è il momento della Vulandra, un festival degli aquiloni che attira turisti e residenti.[163]
- Nel 2007 si è tenuto il primo festival di giornalismo organizzato dalla rivista Internazionale, Internazionale a Ferrara, che in tre giorni ha fatto arrivare oltre 17.000 persone. Rivelatosi un successo, è stato nuovamente riproposto.
- Da alcuni anni viene organizzata la manifestazione Ferrara in fiaba[164]
- In città fa tappa la Mille Miglia.
- Altri eventi minori sono la Sagra del Pinzino e dell’Arrosticino[165] e la Giostra del Monaco[166].
Piazza della Cattedrale e corso Un punto poco conosciuto della città, il vicolo dei Duelli.
Martiri della Libertà.
Gemellaggi Ferrara è gemellata con le seguenti città[217]:
- Saint-Étienne, dal 1960 Capodistria, dal 1974 Swansea, dal 1978 Krasnodar, dal 1989
- Kaufbeuren, dal 1991 Kallithea, dal 1995 Lleida, dal 1996 Szombathely, dal 1997
- Gießen, dal 2002 Sarajevo, dal 1998 Praga, dal 2000 Broni, dal 2001 San Nicola Manfredi, dal 2003 Nel 1998 ha siglato un patto di amicizia con alcune cittadine di paesi in via d’adesione all’Unione europea, come Fiume, Brno, Tartu, Žilina, Daugavpils, Baranovici, Sebastopoli, Soroca, Craiova, Dobrič, Bitola, Novi Sad e Scutari.[218]
L’Ente Palio di Ferrara presenta la nuova immagine del Carnevale Rinascimentale edizione 2020
Dal 20 al 23 febbraio 2020 la città di Ferrara si scuoterà dal torpore invernale. In occasione del Carnevale degli Este, potremo incontrare cortigiani, dame, principi, cantastorie e armati tra le vie del centro storico, nelle piazze, nei palazzi rinascimentali e tra le mura del possente Castello. La ricca varietà di occasioni di intrattenimento e di degustazione della gastronomia locale nel contesto di scenari costituiti da prestigiose architetture e monumenti – sontuosamente allestiti dai rievocatori storici del Palio di Ferrara – sarà a cura delle Contrade, che ospiteranno turisti e maschere nelle loro sedi in cene, banchetti, aperitivi e spettacoli ispirati alle feste che si tenevano in città durante i carnevali del XV e XVI secolo. Come nelle edizioni degli anni precedenti, alle iniziative ludiche e gastronomiche si accosteranno recite teatrali, pantomime e danze a cura dei gruppi di danza storica delle Contrade del Palio, oltre ad ulteriori spettacoli ed animazioni di piazza curate da compagnie teatrali provenienti dalle Marche, dal Friuli Venezia Giulia e da altre province della regione. Nel programma spiccano anche eventi di approfondimento culturale, quali conferenze ed incontri a cura di studiosi locali e nazionali, oltre al concerto d’apertura curato dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. Non mancheranno particolari eventi che potranno esercitare un’ attrattiva particolare: il pubblico potrà sperimentare la paurosa durezza del processo e della tortura medievale o lasciarsi rapire dal suggestivo spettacolo della proiezione sulle pareti interne di Casa Romei, ricca abitazione del XV secolo miracolosamente conservatasi, delle policromie che affrescavano originariamente il prestigioso edificio. Da non perdere il tradizionale corteo storico, quest’anno dedicato a ben due personaggi maschili: i fratelli Alfonso e Ippolito d’Este, artefici della gloriosa vittoria di Polesella sulle armate veneziane nel lontano 22 dicembre 1509. Per assaporare le atmosfere del trionfo, dopo cinquecento anni, non resta che recarsi a Ferrara!
Il Palio di Ferrara, il più antico del mondo
IL PALIO ANTICO CLICCA X
L’ALBO D’ORO>> https://it.wikipedia.org/wiki/Palio_di_Ferrara
E’ la Storia stessa che consegna al Palio di Ferrara il primato di palio più antico del Mondo: nel 1259, infatti, per festeggiare Azzo VII “Novello d’Este”, marchese della città, vittorioso su Ezzelino da Romano a Cassano d’Adda, si corse il primo Palio della storia di Ferrara. Nel 1279 – 20 anni più tardi – fu deciso di inserire il Palio fra le attività ufficiali della comunità, dettandone le regole negli Statuti della città. Nel documento si dispose, dunque, che il Palio venisse corso due volte l’anno: il 23 aprile in onore di San Giorgio, patrono di Ferrara, e il 15 agosto in onore della Vergine Assunta. Le corse si disputarono ininterrottamente fino al 1600 e si tenevano per sottolineare avvenimenti particolari come nascite, matrimoni, visite di personaggi importanti e nemmeno le disastrose rotte del Po potevano fermare la festa, che veniva semplicemente rinviata.
Le corse dei cavalli, degli asini, delle donne e degli uomini, alle quali chiunque poteva iscriversi, dovevano effettuarsi in quelle ricorrenze alla presenza delle autorità cittadine. Il premio per il vincitore era appunto un palio, cioè un panno di stoffa; al secondo ed al terzo classificato venivano dati in premio una porchetta e un gallo. Il tradizionale Palio di San Giorgio si correva abitualmente lungo la via Grande (attuali vie Ripagrande – Carlo Mayr) parallela alla riva del Po, partendo dal borgo della Pioppa fino al Castel Tedaldo (attuale zona dell’Acquedotto). Era tradizione che le associazioni cittadine o qualche comunità del contado offrissero al proprietario del cavallo il drappo in segno di vittoria. Altre corse si tenevano tradizionalmente nelle “delizie” estensi, insieme a battute di caccia, giostre e tornei.
IL PALIO MODERNO Le gare ripresero solo nel 1933 e – eccetto per le interruzioni causate dagli eventi bellici – hanno continuato ad animare la vita della città di Ferrara sino ad oggi. L’edizione “moderna” del Palio di Ferrara si corre stabilmente l’ultima domenica di maggio, in memoria dello straordinario Palio corso nel 1471, per festeggiare l’allora Marchese Borso d’Este allorché ricevette da Papa Paolo II l’investitura a primo Duca di Ferrara. Il Palio di Ferrara, oltre ad essere il più antico del mondo, è peculiare per il tipo di corsa, che è corsa di festa a differenza di molti palii guerrieri, che prevedono invece l’impiego del “saraceno” o di qualche altro nemico da battere con la lancia. È un momento particolare ed importante per la città che si veste dei colori delle contrade, le quali scendono in Piazza per guadagnare il palio, ma anche – e soprattutto – per fare festa e ricordare il Rinascimento, un tempo in cui Ferrara era davvero fra le capitali culturali d’Europa.
IL PALIO OGGI
Ad oggi i palii contesi in Piazza Ariostea l’ultima domenica di maggio sono i quattro, così come tramandati dalle cronache e dagli statuti: quello verde dedicato a San Paolo per la corsa delle putte, quello rosso di San Romano per la corsa dei putti, quello bianco dedicato a San Maurelio per la corsa delle asine ed infine quello giallo (o dorato) di San Giorgio per la corsa dei cavalli. I palii sono contesi dai quattro rioni con territorio entro le mura: San Benedetto (bianco-azzurro), Santa Maria in Vado (giallo-viola), San Paolo (bianco-nero) e Santo Spirito (giallo-verde) e dai quattro borghi: San Giacomo (giallo-blu), San Giorgio (giallo-rosso), San Giovanni (rosso-blu) e San Luca (rosso-verde). Vengono disputate anche gare di sbandieratori e di musici, che vedono di fronte le rappresentanze delle otto contrade in sette specialità: singolo tradizionale, doppio tradizionale, piccola squadra, grande squadra, musici ed assegnazione della “combinata” (somma dei migliori punteggi ottenuti).
Rappresenta la Corte Estense nel suo periodo di massimo splendore, raggiunto a partire dal 1471, quando l’allora Marchese Borso ricevette da Papa Paolo II l’investitura a primo Duca di Ferrara. Riporta su stendardi i colori di Ferrara e del ducato estense: l’impresa del battesimo propria di Borso, lo stemma del comune rappresentante il governo del Podestà e l’impresa del diamante di Ercole I, affiancati da ancelle recanti su cuscini una brocca d’acqua simboleggiante le bonifiche operate dalla casa d’Este, la chiave della città e il garofano rosso. L’attività della Corte Ducale non si limita alla sola partecipazione al corteo storico — comunque di importanza primaria — ma collabora con le otto contrade per le manifestazioni esterne o di rappresentanza per avvenimenti particolari in città. Si compone di guardie ducali, paggi, ancelle e nobili che indossano abiti ispirati agli affreschi del Salone dei Mesi di palazzo Schifanoia, dalla genealogia estense e vari dipinti dell’epoca. Riveste un ruolo di primaria importanza in relazione all’aspetto coreografico della manifestazione nel suo complesso, con particolare riferimento al corteo storico nelle giornate della Benedizione dei pali ed offerta dei ceri, dell’Iscrizione delle contrade ai giochi del palio e del Palio.
Borghi[modifica | modifica wikitesto]
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Aquila bianca | Giallo e Blu | Viale Cavour (lato dispari) fino a Corso Isonzo (lato dispari), Via Darsena (da C.so Isonzo a V.le IV Novembre), Via Arginone, Mura di Porta Po fino a Via Canapa, Viale Po fino al sottopasso ferroviario, Via Modena (lato dispari) fino al ponte sul canale Boicelli, Mizzana, Cassana e Porotto fino ai confini del Comune di Ferrara. |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Idra | Giallo e Rosso | Barriera di Porta Reno, Via Bologna (lato dispari) fino al Ponte di S. Paolo, circonvallazione fuori le Mura, quartieri di S. Giorgio, Quacchio, Villa Fulvia e Aguscello, Via Pomposa (lato pari), Via Comacchio (centri abitati di Borgo Margherita, Cona, Codrea, Cocomaro di Cona e Cocomaro di Focomorto, Quartesana), Via Ravenna (centri abitati di Fossanova San Marco, Gorgo, Gaibanella-Sant’Egidio, Gaibana, Monestirolo) e San Bartolomeo in Bosco. |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Lince bendata | Rosso e Blu | Via Pomposa (lato dispari, fino al limite del Comune di Ferrara), Viale Po (lato dispari), zona Doro, Via Modena (lato pari, fino al canale Boicelli, lato destro), zona esterna mura di Via Pomposa, agglomerati di Casaglia e Ravalle (fino al limite del Comune di Ferrara). |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Paraduro (steccato) | Rosso e Verde | Dal canale di Marrara costeggiando il Po di Volano fino alla ferrovia per Bologna; per via Bologna (entrambi i lati dal ponte di Porta Reno) fino a Montalbano, compresi gli agglomerati di Chiesuol del Fosso, San Martino, Marrara e territori limitrofi (escluso l’abitato di San Bartolomeo in Bosco). |
Rioni[modifica | modifica wikitesto]
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Diamante | Bianco e Azzurro | Barriera di Porta Po, Viale Cavour (lato pari), Corso Ercole I D’Este (lato dispari), Mura degli Angeli fino alla Barriera di Porta Po. |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Aquila sulla ruota | Bianco e Nero | Corso Porta Reno (lato dispari), Corso Martiri della Libertà (lato dispari), Viale Cavour (lato dispari), Corso Isonzo (lato dispari), Via Darsena, Via Bologna (lato pari) fino al ponte di San Paolo, Piazza Travaglio (lato via Piangipane). |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Unicorno | Giallo e Viola | Corso della Giovecca (lato pari), Corso Martiri della Libertà (lato pari), Corso Porta Reno (lato dispari), Piazza Travaglio (lato Via S. Romano), circonvallazione entro le Mura fino a Piazzale Medaglie d’Oro. |
Impresa | Colori | Territorio |
---|---|---|
Granata svampante | Giallo e Verde | Corso della Giovecca (lato dispari), Corso Ercole I d’Este (lato pari), Mura degli Angeli (fino a Piazzale Medaglie d’Oro). |
Add Comment