29 NOVEMBRE 2019
Monticiano che ha ripreso il suo Palio, (oggi nominato “Gran Premio dei Rioni” ) dopo diversi anni che lo aveva interrotto da due anni, anche Monticiano faceva parte della Repubblica Senese, andiamo a leggere grazie all’archivio degli amici di Il Palio.Siena.it https://www.ilpalio.siena.it/5/default.aspx
Il territorio del comune di Monticiano si estende per 109,45 kmq in collina nella valle del fiume Merse. Centro feudale, poi sede di vicariato.
Le prime notizie certe del castello di Monticiano si hanno nel 1171, quando, pur controllato da signori locali, i Lambardi, era di fatto sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Volterra, Ildebrando Pannocchieschi, confermata al suo successore Pagano nel 1224 dall’imperatore Federico II. Ma su Monticiano avanzava pretese da tempo anche la città di Siena che già prima della metà del Duecento lo considerava parte del proprio contado e che dopo la battaglia di Colle, (1269) lo occupò con le armi e per punirlo di aver dato asilo ai fuorusciti ghibellini fece abbattere le mura e la rocca di Castelvecchio; Monticiano fu così assoggettato definitivamente al comune senese e nel 1310 divenne sede di un vicario. Nel 1554 Monticiano passava sotto il governo mediceo, ma nel 1629 veniva da Ferdinando II offerto in feudo al conte Orso Pannocchieschi d’Elci. Solo nel 1749 ebbe termine la signoria dei Pannocchieschi, che rimasero però proprietari di grandi estensioni di terre. Durante la Resistenza, Monticiano fu scelto come base per l’organizzazione dei primi nuclei partigiani senesi e diventò la zona di operazioni della brigata Garibaldi «Spartaco Lavagnini». Tra le numerose azioni belliche, di particolare rilievo lo scontro avvenuto fra partigiani e tedeschi nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1944 nella piazza del paese.
In posizione abbastanza disagiata e fuori dalle grandi vie di transito, Monticiano poté contare nel passato solo sulle risorse agricole (cereali) e ancora di più sui prodotti dei boschi. Più della metà del suo territorio era infatti ricoperta da castagneti, lecci e cerri che potevano essere sfruttati per l’alimentazione umana, per quella degli animali e per il legname. Vi erano poi una gualchiera e una tintoria. I Bagni di Petriolo erano particolarmente rinomati in età medievale per le proprietà curative delle loro acque sulfuree. I mutamenti avvenuti nell’economia di Monticiario, anche se le risorse principali restano l’agricoltura (cereali), lo sfruttamento dei boschi, che ha favorito l’impianto di diversi mobilifici, e l’allevamento di cavalli, hanno dato rilievo soprattutto alle attività terziarie con lo sviluppo del settore dei trasporti.
La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 1.444 unità con una densità di 13 abitanti per kmq. L’incremento demografico nel corso dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento, legato allo sviluppo agricolo, era stato notevole: 979 abitanti nel 1830, 2.907 n 2.882 nel 1936 e 2.972 nel 195l; poi una lenta discesa aveva portato la Popolazione del comune alle 2.343 unità del 1961, alle 1.875 del 1971 e alle 1.586 del 1981.
STEMMA: D’azzurro alla capra saliente, d’oro (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 14 aprile 1953).
GONFALONE: Drappo azzurro riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrata in argento: «Comune di Monticiano» (Decreto del Presidente della Repubblica in data 31 ottobre 1953).
La capra è un simbolo positivo che la tradizione considera emblema di onorata fatica e diligenza. Generalmente compare negli scudi che rappresentano comunità poste in luoghi alpestri e di non facile accesso. L’assunzione della capra a simbolo denota, pertanto, la presenza di tradizioni pastorali e attività comunque collegate alla pastorizia.
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