25 NOVEMBRE 2019
Che tristezza sentire ancora parlare di Tribunali nel Palio. Forse la nostra sarà utopia, ma noi siamo così, la nostra realtà che esce dagli schemi tradizionali del vivere normale, una città invece così normale, tranquilla per 357 giorni all’anno, poi ci sono i giorni del Palio e qualcosa cambia. Dice una mia poesia, o meglio, forse più appropriato, un mio pensiero su Siena: (…) è Siena la vera Siena, è il medioevo che ritorna, si! In quell’era crearn stà bellezza e magari pensi: ma qui son matti! e non capisci, non puoi capì, un sei di qui…..
Questo breve pensiero è probabilmente quello che gli altri non riescono a comprendere. Non comprendono i ragazzi che si accampano quattro giorni vicino alla stalla. Non comprendono che mentre tutti sono a cena gli addetti alla stalla mangiano da soli davanti a quella. Non comprendono persone che dopo una cena di mille e più persone dopo poco che è finita c’è una strada ripulita da sedie e tavoli. Non comprendono un anziano piangere. non comprendono quell’emozione di vedere arrivare la propria contrada prima al Bandierino. Non comprendono il senso di dolore nel veder vincere l’avversaria. Non comprendo che gli stessi che litigano vanno poi assieme a donare il sangue, o ad apparecchiare assieme per il pranzo degli anziani o per quello dei diversamente abili o per tante altre cose che riguardano la solidarietà. Non comprendono quel sentimento che il Palio ti da. Non comprendono che discutere è null’altro che difendere la dignità di contrada, di una comunità; forse anacronistico, vecchio, forse antico, ma in quei giorni talmente attuale che rimane probabilmente difficile da comprende ma chi ci riesce invece se ne innamora. Ma questa è storia, la nostra, ma anche la vostra. La tristezza è che il Palio lo paragonano ad una partita di calcio, ad una lite tra tifosi, che nulla ha che fare con il nostro modo di essere. Giudici, Procuratori, dovrebbero essere anche persone di cultura e quindi più facilitati a capire queste cose, oppure avete solo la volontà del fare per forza? Sento e leggo task force per accertare i fatti delle discussioni tra contradaioli, mi vien da sorridere se non ci fosse da piangere; che c’è bisogno di spendere soldi dei contribuenti per queste cose che tutto hanno meno che di segreto o nascosto e che avvengono davanti a tutti? Che avete visto coltelli, catene, o pistole nelle nostre discussioni? Ripeto hanno solo lo scopo di difendere la dignità della propria contrada e della sua comunità. Arrivano le forse dell’ordine e tutto si ferma nel rispetto delle stesse. Prima, ed anche oggi basterebbero i soli Vigili Urbani per sedare una discussione tra contradaioli, questo è la regola non scritta, il rispetto verso le istituzioni e chi le rappresenta. Era tutto fermo, poi qualcosa cambia perché forse qualcos’altro è cambiato? Mi rifiuto di crederlo altrimenti davvero altro che tristezza….. Spero chi condanna e chi giudicherà pensi bene a quel che fa perché questa è un altra storia, una realtà che va amata non certo condannata.
Le diciassette consorelle si ricordino di essere tali e si facciano sentire perché questo è un fatto che le coinvolge tutte altrimenti quel che ho scritto è solo bugia…..
Brontolo
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