03 Ottobre 2023 (pubblicato il 07 Novembre 2018)
Come per le storie correva l’anno 1972 e Canapino come tanti altri, prima si trasferivano a Corridonia a fare la riunione primaverile e poi dopo i Palii a Lanciano. Stavano li più o meno un mese. Aceto faceva raccolta di cavalli purosangue che prendeva a percentuale, come altri, vedi Di Mario, lo stesso Costantino Giuggia, visto la foto che ha postato Beppe Temperini che ce lo ha fatto ricordare e che vinceva tante corse con il cavallo di Di Mario, Ton Jons che era l’ultimo fratello di Ribot perché figlio di Tenerani. Cavallo fortissimo che vinceva due corse a riunione di provincia, una veloce ed una alla distanza, era imbattibile e tanti compravano i cavalli purosangue buoni per batterlo ma non c’era nulla da fare. Per dir dei nomi Tavanti di Sinalunga, Avanzati sempre di quelle parti, o Bronzo di Buonconvento, e lo stesso Mario Vigni dell’Arbiola di Siena, tutti commercianti e di Maiali che allora rendevano davvero, e alcuni di loro non solo commercianti. Si sbattevano e compravano cavalli di qualità per battere questo fratelo di Ribot che ha montato per tantissimo tempo proprio il Giuggia. Anche Canapino, Aceto ci provavano, con le Fuggitiv, Avviso ed altri di cui ora mi sfuggono i nomi, ma non c’era nulla da fare, nemmeno il bravo Torrini o Priamo che i cavalli li faceva volare, li comprava al macello, li curava e ci vinceva poi le corse mandando tutti al manicomio, li montava quasi sempre sui figlio Costiero Ducci detto Aramis, lo ricordate?
Che personaggi c’erano allora ed era un altro mondo. Che fantini correvano, Foglia, il Gentili, Felice Ciciarelli, Bruno Blanco, Marino Lupi Veleno, Cuttone, Cesare Pieraccini Bubbolino, Bazza, Bazzino e via dicendo. Pulcinella il forte cavallo di Felice, la Popusc di Aceto, Clinsor di Canapino e tanti altri forti cavalli ma anche con questi niente vinceva Ton Jon. Dal romano venivano ma Ton Jon non lo battevano neanche loro. Ton Jon lo vendettero perché a Roma, ora non ricordo chi lo aveva, non ci ragionavano più, cattivo nel box, montato in lavoro e poi tirava di bocca come un dannato e non lo reggevano più la mattina; si era infortunato ad un tendine ed eccolo allora in provincia con Di Mario, che lo curò e grazie a lui ritiro su le sue sorti economiche. Di Mario, e chi è vi domanderete Di Mario? I più grandi che stanno leggendo probabilmente se lo ricorderanno perché era quello che aveva la macelleria equina nel vicolo del viscione in calzoleria a Siena. Quante liti ha fatto fare questo cavallo, ma allora litigavi e poi finiva li fino alla volta dopo. Prima di raccontarvi del divorzio detto nel titolo vi racconto quest’episodio accaduto a Abbadia di Montepulciano nella primavera del 1972. Abbadia era una delle prime corse di provincia che iniziavano la stagione, la prima era Aquaviva il giorno di Pasqua e si correva intorno ai giardini nel centro del paese, invece la corsa che chiudeva la stagione ad Ottobre era l’Impruneta su strada. Già Acquaviva il paese di Canapino, dove ha vissuto Canapino e i suoi familiari ancora vivono e dove lui è sepolto, ciao Amico mio. Allora era usanza di andare nei paesi dove correvi qualche giorno prima e Di Mario ad Abbadia di Montepulciano per preparare bene Tom Jon e gli altri cavalli che aveva già c’era da un mese prima delle corse. Nel gran premio finale non ricordo bene quanti si fosse mi pare di ricordare sette o otto, magari Beppe Temperini se ne ricorda anche meglio e mi può correggere. Comunque in quel gran premio c’era Aceto con Avviso, Canapino con le Fuggitiv io montavo Sandolin, mentre il Giuggia appunto Ton Jon. Partiamo io al di dentro e Canapino al di fuori prendiamo per le redini Ton Jon e lo teniamo dietro tra le urla e le improperie del povero Costantino Giuggia. Aceto intanto era in testa mezzo giro, la gente attaccata alla rete urlante perché facevano tifo tutti per Ton Jon che vedevano li lavorare tutte le mattine, 4 o’5 giri era il percorso da fare, poco prima dell’inizio dell’ultimo giro, mi fa Canapino: lasciamolo.. ecco lasciarlo andare e vedere un missile che volava fu la stessa cosa, in poco più di un giro e con mezzo di svantaggio, raggiunse Aceto che non riuscì nemmeno a pararlo per quanto veniva forte e Ton Jon e Giuggia vinsero lo stesso il gran premio, e meno male perché poi naturalmente furono botte tra noi ma, se non avesse vinto Ton Jon ho paura che i Paesani ci scollavano. A dire non è nulla avreste dovuto vedere tutta la scena con la gente alla rete che praticamente aveva la bava alla Bocca tanto erano arrabbiati. Che cavallo era e anche il poro Giuggia era bravo ed era bravo per quanto è stato sfortunato nella vita, morì giovanissimo dopo un’operazione all’ulcera mi pare di ricordare, ciao Costantino. Torniamo a Lanciano. Canapino era li con Marino Lupi, Veleno
che è stato il suo maestro e in parte anche il mio, ed altri tra cui Blanco Parte e Vai e, loro tre dormivano nella stessa stanza d’albergo. Tutte le notti nella stanza sopra dove stava una Dottoressa sentivano nella notte aprire la porta e di li a poco il chigolio e il dondolio del letto. Canapino moccoli, maremma qui, maremma la, ma guarda se questa mi po’ scopà tutte le notti sulla testa. Così per tutta la settimana raccontava Marino, che era più incapperato di lui perché nevrotico com’era non dormiva quasi mai la notte e quel dondolio lo faceva dormire anche meno, mentre Blanco invece non si faceva ne qua ne in la e dormiva nonostante anche i rimbrotti di Canapino e di Veleno. La Domenica mattina fatta scuderia e in attesa di pranzare seduti sulla veranda dell’Albergo vedono arrivare un macchinone targato Roma che, dopo averlo posteggiato ne scendere un uomo che viene verso la veranda dell’albergo da dove ne usce la Dottoressa che gli va incontro, lo abbraccia e lo bacia calorosamente. Canapino comincia a sorridere e alla domanda del Lupi ma c….o c’hai da ride ?Lui gli risponde: Marì se è come penso io stasera si fa du’ risate. Siccome il poro Marino era un aggeggio più di Canapino capì immediatamente la situazione e cominciò a sghignazzare anche lui..
Tagliamo corto, fatte le corse del pomeriggio, sistemati i cavalli a scuderia e fatta la cena, ad una certa ora a letto. Quella seta tutti e tre svegli, Blanco compreso che ancora nona aveva capito quello che di li a poco sarebbe successo, domandando: Leonardo ma che aspetti la spengi la luce so’ stanco voglio dormì? Sta zitto Blanco era la risposta di Canapino e Marino. A una c’ertora ecco quello quello che aspettavano, cigolio del letto e dondolio, Canapino s’infila i pantaloni la maglietta, lui inverno o estate ha sempre dormito a petto nudo, mette le scarpe e via di sopra mentre Marino e Blanco gli andarono dietro fino alla porta di camera. Arrivato alla porta di della camera della Dottoressa e tirate due bestemmie gli fa: ma la smetti di scopà che è una settimana che mi trombi nel capo con dondolio di codesto letto!!!! Risceso con la risata sulla faccia e incrociate le risa di Marino e Blanchino dopo aver chiuso la porta di sopra berci e offese a quell’odire poi lo sbattere d’una porta e una macchina che va via. Ma non solo loro videro la scena perché anche gli altri ospiti, dal Giuggia al Foglia, al Pieraccini e agli altri furono svegliati prima dall’urlare di Canapino e poi di quelle del povero “cervo” e naturalmente anche loro ridevano vedendo la scena. Ecco così impari a scopammi sul capo e giù risate di questi farabutti. Quando me lo raccontavano mi pareva d’esse li e conoscendo i soggetti non avevo dubbi a crederlo. Che dite il divorzio ci fu? Che farabutti, ma allora era così un’altro mondo, anche per queste cose. Alla prossima.
Pier
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