zb PALIO FUCECCHIO 2017

PALIO FUCECCHIO VEDIAMO CONTRADA SAMO

11-Maggio-2017

2P

Contrada Samo, anche lei ha vinto una sola volta, ma come le altre contrade viva e vitale. L’unico Palio vinto risale al 2011 con Mereu. Il prossimo Palio lo dovrebbe correre anche quest’anno con Alberto Ricceri.

La Storia Contrada Samo

stemma_contrada_grafico
Araldica:
Tagliato d’azzurro e di rosso al leone rampante dell’una all’altro

Simboleggia:
forza, coraggio, ardire

Il motto:
la forza e il coraggio del leone nella virtù del popolo.

Santo Patrono:
Madonna del Buon Viaggio.

Pare che la zona di questa Contrada sia stata fondata da una colonia greca lì fermatasi. Abitata prevalentemente da pastori e pescatori, quest’ultimi favoriti dalla vicinanza del fiume Arno, era una zona di notevole vastità, tanto che non esisteva un vero e proprio nucleo abitato.
L’unico agglomerato di abitazioni era dato da quel luogo oggi denominato “Saettino”, il quale fungeva da approdo per quelle imbarcazioni che sfruttavano il fiume come via di comunicazione.
Il personaggio, con cui questa Contrada lega la sua storia, è il grande condottiero Niccolò Fortebraccio. Proprio in questa zona di Fucecchio sembra risiedesse abitualmente per la vigilanza di tutta la zona del Valdarno Inferiore.Niccolò Fortebraccio era un valoroso Capitano. Di lui esistono delle citazioni che lo descrivono molto audace, magnanimo e virile, intrepido nella sventura. Non conosceva la paura, meno fortunato che prode nelle battaglie. Incapace di quiete, pronto di mano e di consiglio, irreligioso, superbo, crudele, uomo perverso, piccolo di statura.

 

I piazzamenti dal 1981 ad oggi

Palio Fantino Cavallo Piazzamento
1981 Roberto Falchi (Falchino) Vola Vola 2° posto
1982 Roberto Falchi (Falchino) Madamoiselle Pon Pon eliminato in batteria
1983 Roberto Falchi (Falchino) Pippo 6° posto
1984 Roberto Falchi (Falchino) Schalabi eliminato in batteria
1985 Claudio Naldi (Imolino) Fiocco di Neve 3° posto
1986 Claudio Naldi (Imolino) Norina 5° posto
1987 Mario Marceddu (Fegato) Vino Rosso 5° posto
1988 Mario Marceddu (Fegato) Baulien 3° posto
1989 Dario Colagè (Il Bufera) Prinx Link eliminato in batteria
1990 Gianluigi Mureddu (Pollicino) Libera 5° posto
1991 Luca Semenzato Locanta 6° posto
1992 Luca Semenzato Locanta 4° posto
1993 Luca Semenzato Northern Host eliminato in batteria
1994 Luigi Bruschelli (Trecciolino) Careca eliminato in batteria
1995 Stefano Lobina (Andrea) Over the Sun eliminato in batteria
1996 Vincenzo Foglia (Frasca) Diamond’s Mine eliminato in batteria
1997 Giorgio Giornelli (Battaglia) Claret Spineret eliminato in batteria
1998 Roberto Falchi (Falchino) Claude Saint Paul eliminato in batteria
1999 Alessandro Chiti (Stomachino) Sharp Monty eliminato in batteria
2000 Silvano Vigni (Bastiano) Babtha eliminato in batteria
2000 Francesco Petrazzi (Scintilla) Siremosa 6° posto
2001 Salvatore Ladu (Cianchino) Guera eliminato in batteria
2002 Giuseppe Ortu (Destino) Babidi Finale (ritirato)
2003 Mario Canu (Clemente) Thunder 5° posto
2004 Alessandro Chiti (Voragine) Altoprato 2° posto
2005 Massimo Donatini (Stoppa) Kreutzer ritirato
2005 Alessandro Chiti (Voragine) Abele eliminato in batteria
2006 Virginio Zedde (Lo Zedde) Le Musicien 4° posto
2007 Virginio Zedde (Lo Zedde) Ganosu 3° posto
2008 Luca Minisini (De’) Fantastich Light 6° posto
2009 Luca Minisini (De’) Misteriosu 4° posto
2010 Non corso per infortunio
2011 Simone Mereu (Deciso) Narcisco 1° posto
2012 Simone Mereu (Deciso) Manna De Ozieri 6° posto
2013 Giovanni Atzeni (Tittia) Qui Pro Quo 4° posto
2014 Giovanni Atzeni (Tittia) Quella Rosa 6° posto
2015 Alberto Ricceri (Salasso) Djib eliminato in batteria
2016 Alberto Ricceri (Salasso) Selvaggio eliminato in batteri
 

La Contrada

Dentro lo spirito contradaiolo

“Essere contradaiolo è una cosa seria, molto seria, impegnativa e bellissima. Ma lo si deve essere tutto l’anno, in tutte le circostanze; non come quei ‘quattrogiornisti’ che di contrada e di educazione contradaiola non sanno nulla ma si presentano a ridosso delle manifestazioni per poter indossare un bel vestito da sfoggiare nelle sfilate! Tutti allora proclamano l’appartenenza a qualche contrada, ma non è così che funziona o almeno che dovrebbe funzionare.
Abbiamo riassunto così lo sfogo di alcuni contradaioli ‘veraci’ appartenenti a diverse rievocazioni del territorio.“Quello che ci anima – proseguono – è un atteggiamento di amore vero verso le nostre tradizioni, di maggiore equilibrio nei confronti di queste manifestazioni, con l’orgoglio di appartenere ad una città e ad una sua contrada. Perché essere contradaioli è una ricchezza che non tutte le comunità hanno la possibilità e la fortuna di vivere. La contrada, durante tutto il corso dell’anno, è una famiglia allargata, è vita vera, collaborazione, aiuto reciproco che poi diventa un gioco meraviglioso in alcuni periodi dell’anno dove tutti concorrono ad organizzare la grande festa. Occorre sentire l’importanza di appartenere a un territorio, l’orgoglio di far parte di un popolo, di una tradizione, di una cultura. E per questo il contradaiolo è tale tutto l’anno. Se non prevarrà questa filosofia di vita, le nostre rievocazioni sono destinate a scomparire, o peggio a diventare mere iniziative ad uso e consumo dei turisti che però, a lungo andare si accorgerebbero della ‘finzione’ e non ne sarebbero più attratti”.
Le nostre rievocazioni, è vero, hanno tutte salde radici storiche e le loro riproposizioni sono tutte belle, solenni, coreografiche e di grande suggestione, rivivendo proprio grazie all’abnegazione dei contradaioli che durante tutto il corso dell’anno offrono la loro opera, in maniera assolutamente disinteressata perché anche le nuove generazioni conoscano e possano partecipare al rinnovarsi dei solenni rituali.
Essere contradaiolo spesso significa stare dietro le quinte per occuparsi di tutte quelle piccole, ma necessarie, incombenze che rendono possibile la realizzazione della rievocazione in maniera puntuale, con partecipazione emotiva e grande rigore storico.
Un rigore non effimero, costruito artificiosamente o solo di facciata, ma che deriva dal sentirsi erede di un luminoso passato che affonda le sue radici in tradizioni che abbiamo l’orgoglio di riaffermare e che sentiamo essere parte del nostro essere cittadini del terzo millennio.
Solo se prevarrà il vero ‘spirito contradaiolo’ queste manifestazioni potranno crescere ed imporsi come simbolo di una comunità. Altrimenti sono destinate a vedere scemare l’interesse, per primi nei cittadini che non vi troveranno più motivi profondi di appartenenza ad una contrada.

Grazie

CITA

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: giornalebrontolonews@gmail.com

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