N. |
CAVALLO |
SCUDERIA |
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1 |
SPLENDORE DEL MONTE ACUTO |
LUCA GINANNESCHI |
2 |
SOLERO |
MARIO SAVELLI |
3 |
REYNARD KING |
MARIO SAVELLI |
4 |
PERGAMO DE AIGHENTA |
ELISABETTA FERRINI |
5 |
QUEEN KING |
ALBERTO MONACI |
6 |
RENALZOS |
MARCELLO ROTI |
7 |
ORGOLESE |
MASSIMILIANO BRILLI |
8 |
RADESKI |
MARIA ELENA FROSININI |
9 |
SAPIENZA |
GIACOMO MARTINI |
10 |
MONTIEGO |
MARK HARRIS GETTY |
11 |
QUASIMODO DI GALLURA |
LUIGI BRUSCHELLI |
12 |
FULMINE FEMMINA |
ELVIRA VALENTI |
13 |
RAMONA DANZING |
MARK HARRIS GETTY |
14 |
ROSA BELLA |
ELENA CROCCHIANTI |
15 |
RANDAGIA |
MARIO MARRONE |
16 |
MIRKO MONELLO |
ALESSANDRO CHITI |
17 |
PITZULU |
GIUSEPPE ZEDDE |
18 |
QUATIVOGLIO |
ANTONIO ZEDDE |
19 |
SARBANA |
MARTA GIGLIOTTI |
20 |
ORA DI GALLURA |
C.I. VILLA IL MANDORLO |
Il Palio delle Contrade
Il Palio delle Contrade di Castel del Piano nasce dalla tradizione plurisecolare di venerare la Madonna Santissima delle Grazie con solenni funzioni e con corse dei cavalli.
Il Palio ha origini molto antiche, risalenti alla “Fiera di Merci e Bestiame” del 9 settembre 1402, concesso dalla Repubblica di Siena, che aveva conquistato il paese nel 1331, per mano del famoso Guidoriccio da Fogliano. L’illustre storico, accademico dei Georgofili, Ildebrando Imberciadori (1902-1995), ha ipotizzato che le prime corse, dette carriere, possano essere iniziate proprio in quel periodo, con sfide tra i mercanti e i barrocciai accorsi per la grande festa. Dal 1431 con la leggenda legata alla SS. Madonna delle Grazie (pregevole opera su fondo oro attribuita al quattrocentista senese Sano di Pietro), diviene principalmente una festa religiosa.
La leggenda radicata nella tradizione, vuole che questa immagine fosse venerata in una piccola cappella della campagna di Sorano, posseduto, in quei tempi, dai conti Aldobrandeschi di Santa Fiora.
E fu appunto durante una delle frequenti guerre tra Siena e gli Aldobrandeschi, nel 1430, che quattro soldati di Castel del Piano, che combattevano a fianco di Siena,furono salvati grazie all’intervento della Vergine Maria. L’esercito senese era accampato nei pressi di Sorano e i quattro soldati, Vagheggini, Ricci, Donati e Arrighi, decisero di visitare la sacra effige. E fu proprio l’immagine della Madonna di fronte a cui essi si erano raccolti in preghiera, che li avvertì che i nemici erano vicini ed in gran numero e che avrebbero distrutto l’oratorio.
I quattro, dunque, fuggirono per salvare la tavola e se stessi e, tornati a Castel del Piano, la deposero nella piccola cappella fuori delle Mura, davanti alla Porta Pianese.
Dagli ultimi studi la data di nascita del Palio delle Contrade di Castel del Piano può essere fatta risalire all’adunanza del 14 luglio 1765 della Deputazione della SS. Madonna delle Grazie. “Fu determinato farsi un Palio di valore circa quindici scudi da giuocarsi alla Corsa dei Cavalli quando potrà riuscire nelle Storte”. Ed infatti il Palio fu corso il 7 luglio 1771in occasione dell’incoronamento della Santissima Madonna delle Grazie da parte del Granduca di Toscana Leopoldo di Lorena e fu vinto dalla Comunità di Montenero. Si può quindi ben dire che la “carriera” di Castel del Piano ha assunto da quell’anno la struttura attuale. Dopo il 1771 le carriere, nel quadro delle festivita’ castelpianesi, continuarono per tutto l’ottocento e i primi del novecento. Nel dopoguerra proseguirono le corse nella storica Piazza Garibaldi, con gare e premi, ma senza Contrade, Comunità e Comuni. Nel 1967 fu decisa una radicale trasformazione delle corse dei cavalli in Palio delle Contrade, scelte per affinità di territorio e tradizionali divisioni in rioni.
Le attuali quattro Contrade, BORGO – MONUMENTO – POGGIO – STORTEcorsero il primo Palio dell’era moderna l’8 settembre 1968. Nel 1990 è avvenuta la rifondazione del Palio, con l’introduzione di molte novità regolamentari e con l’aggiuntadi un colore di listatura alle insegne di ogni Contrada, legato alla tradizione delle Compagnie laicali.
Il Palio delle Contrade di Castel del Piano si disputa ogni anno l’8 settembre ed è preceduto dal “corteo storico”, che costituisce la rappresentazione allegorica degli avvenimenti storici compresi tra il 1330 e il 1571. Il corteo è aperto da un vessillifero che porta la “balzana”, stemma dello Stato senese, in ossequio alla fedeltà verso la Repubblica dimostrata dalla popolazione di Castel del Piano, dall’anno del passaggio (1330) a quello della caduta (1559), nonché a perenne ringraziamento per la concessione della fiera del 9 settembre, che sin dall’istituzione (1402) è stata inesauribile fonte per l’economia del Paese. Segue il vessillifero che porta l’antico stemma di Castel del Piano, raffigurante un maestoso castagno, simbolo delle principali attività del Paese: agricoltura, commercio e artigianato. Ai lati sfilano i vessilliferi che portano gli antichi stemmi delle Frazioni di Montegiovi e Montenero, raffiguranti tre losanghe gialle su sfondo rosso ed un leone rampante su sfondo bianco.
E’ la volta, quindi, del collegio dei Priori, vestiti ognuno con i colori delle contrade che rappresentano. Il Poggio rappresenta il Priore della Lira Maggiore, il Monumento quello della Lira Minore, le Storte e il Borgo quelli della Lira Media. È la volta del Palio e rappresenta la riproposizione storica ed allegorica della consegna, alla popolazione di Castel del Piano, della pittura lignea di scuola senese raffigurante la Madonna col Bambino e venerata ininterrottamente dal 1431.
È sorretto da quattro soldati che rappresentano la riproposizione allegorica di quei castelpianesi Vagheggini, Donati, Arrighi e Ricci, che portarono la sacra effige a Castel del Piano. Dietro il Palio sfilano in ordine le comparse delle quattro contrade, ognuna con i propri colori, simboli e bandiere.
Rappresentano le classi sociali, le attività economiche dell’antico Comune e le Compagnie laicali. Il Poggio è la nobiltà locale e senese, i proprietari degli antichi palazzi e dei terreni a valle; tra le sue comparse sfila anche il Camerlengo, che era il “Ministro del tesoro e delle finanze” dell’epoca. Le Storte e il Borgo sono il ceto medio, nerbo dell’economia del paese, i piccoli e medi proprietari di appezzamenti a valle e i titolari delle botteghe artigiane e commerciali. Il Monumento rappresenta i coltivatori, i tessitori ed i mercanti di lino, prodotto con colture intensive nei Campi di S. Giovanni e fonte di primaria importanza per l’economia dell’antico Comune. Tutte le contrade hanno “uomini in armi” che rappresentano la partecipazione dell’intera popolazione alla vittoriosa guerra del 1369 contro i Conti Aldobrandeschi di Santa Fiora.
Grazie
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