1-PAESI DEI PALII

PAESI DEI PALII: LORETO LA SUA STORIA-IL SUO PALIO “CORSA DEL DRAPPO” L’ALBO D’ORO

27 Dicembre 2022

Vediamo oggi la città di Loreto la sua storia è antica con l’aiuto di Wikipedia vediamo in generale la sua storia ed altro. Loreto ha il suo Palio la “corsa del Drappo” si svolge dentro la Cittadina di Loreto lungo una strada in salita di circa 450 metri, si corre con la sella, si parte con le gabbie ad eliminazione diretta. Leggiamo la storia di questa Città.
Buona lettura
Pier

Il Palio di Loreto, più comunemente chiamato “Corsa del drappo“, è una tradizionale corsa di cavalli al galoppo, che si svolge la prima domenica di settembre di ogni anno nella città di Loreto.

Storia

Già dal lontano ‘700, nei primi giorni del mese di settembre, in occasione delle fiere, si svolgevano delle vere e proprie gare di cavalli. Essi venivano lanciati al galoppo lungo la salita di Montereale per verificarne la potenza e attestarne quindi il loro valore di mercato[1]. Con gli anni si è passati ad organizzare una vera e propria manifestazione sportiva, che oggi è divenuta uno degli eventi più attesi dell’estate lauretana.

Corsa

La corsa si svolge lungo la salita di Via Fratelli Brancondi, che porta in cima al quartiere Montereale, posto alle pendici di Monteciotto, su una distanza di circa 450 metri.

I nove rioni del paese schierano un cavallo ciascuno (accoppiato ad un fantino tramite sorteggio); al termine di tre batterie eliminatorie, ognuna delle quali vede fronteggiarsi tre rioni, vengono decretati i tre finalisti che si contendono il Drappo che dà il nome alla manifestazione.

Rioni

I nove rioni che ogni anno si contendono il drappo sono:

  • Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Costabianca (creato nel 1995 scorporandolo dalla Piana)
  • 600px Bianco e Azzurro2.svg Grotte (creato nel 1995 scorporandolo dalle Mura)
  • 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte
  • Rosso e Blu.svg Mura
  • 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana
  • 600px Verde e Arancione.svg Ponte
  • 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo
  • 600px vertical bisection HEX-CD2B92 HEX-111083.svg Stazione (creato nel 1995 scorporandolo dalla Villa)
  • 600px Blu e Giallo diagonale.svg Villa

Albo d’oro

Edizione [2] Anno Vincitore Fantino Cavallo
1 1974 600px Verde e Arancione.svg Ponte
2 1975 Rosso e Blu.svg Mura
3 1976 600px Verde e Arancione.svg Ponte
4 1977 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Stefano Settimi Lizio
5 1978 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Nazzareno “Trentacinque” Lizio
6 1979 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Nazzareno “Trentacinque” Lizio
7 1980 Rosso e Blu.svg Mura Nazzareno “Trentacinque” Match Whisky
8 1981 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Nazzareno “Trentacinque” Lizio
9 1982 Edizione annullata
10 1983 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Silvana Grump Magisano
11 1984 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Massimo Vita Cobra
12 1985 Rosso e Blu.svg Mura Alberto Antinori Charly
13 1986 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Gaetano Rispoli Summer
14 1987 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Nicola Gallo Zorro
15 1988 Rosso e Blu.svg Mura Mao Mao
16 1989 600px Blu e Giallo diagonale.svg Villa Giacomo Sandroni Ventorro
17 1990 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Sergio Costantini Mao Mao
18 1991 Rosso e Blu.svg Mura Gianluca Concetti Nice Of Rice
19 1992 600px Verde e Arancione.svg Ponte Sergio Costantini Mao Mao
20 1993 600px Verde e Arancione.svg Ponte Sergio Costantini Sir Basil
21 1994 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Massimo Natali Nice Of Rise
22 1995 600px vertical bisection HEX-CD2B92 HEX-111083.svg Stazione Sergio Costantini Tigrotto Va
23 1996 600px Verde e Arancione.svg Ponte Sergio Costantini Caomet
24 1997 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Salvatore Floris Axel Reef
25 1998 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Marco Bartoli Corsignano
26 1999 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana Stefano Lobina Axel Reef
27 2000 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Stefano Mattù Le Vojeu
28 2001 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Roverto Filippini Le Vojeu
29 2002 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Stefano Mattù Le Vojeu
30 2003 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Stefano Mattù Le Vojeu
31 2004 600px Verde e Arancione.svg Ponte Alberto Antinori Novità Eclatanti
32 2005 Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Costabianca Manolo Filippini Ero Makela
33 2006 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Angelo Cucinella Skanderbeg
34 2007 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Angelo Cucinella Skanderbeg
35 2008 600px Verde e Arancione.svg Ponte Andrea Collabolletta San Bibi
36 2009 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Roberto Filippini Live To Run
37 2010 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Angelo Cucinella Move Your Mind
38 2011 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte Cristian Fois Jordan Strada
39 2012 600px Bianco e Azzurro2.svg Grotte Roberto Filippini Jordan Strada
40 2013 Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Costabianca Angelo Cucinella
41 2014 600px vertical bisection HEX-CD2B92 HEX-111083.svg Stazione Michele Maiorino La Bella Laura
42 2015 600px vertical bisection HEX-CD2B92 HEX-111083.svg Stazione Michele Maiorino La Bella Laura
43 2016 Rosso e Blu.svg Mura Andrea Collabolletta Freezer
44 2017 Edizione annullata per maltempo
45 2018 600px Bianco e Azzurro2.svg Grotte Angelo Citti Scontrosa Da Clodia
46 2019 600px Bianco e Azzurro2.svg Grotte Angelo Cucinella Brigantes
47 2020 Edizione annullata a causa della pandemia di Covid-19
48 2021 Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Costabianca Primo Fagiani Baronessa
49 2022 600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo Cristian Fois Bella Senz’anima

Vittorie per rione

Posizione Rione N° di vittorie
1 600px Yellow HEX-FFFF00 Red HEX-FF0000.svg Monte
600px Arancione e Giallo (Strisce).png Pozzo
8
3 600px Chocolate HEX-6F292B Pink HEX-D5929D.svg Piana
600px Verde e Arancione.svg Ponte
7
5 Rosso e Blu.svg Mura 6
7 600px Bianco e Azzurro2.svg Grotte
Bisection vertical White HEX-FF0000.svg Costabianca
600px vertical bisection HEX-CD2B92 HEX-111083.svg Stazione
3
9 600px Blu e Giallo diagonale.svg Villa 1

Giorni di festa

Il palio fa da perno ad una serie di giorni di festa che coinvolgono tutta la città di Loreto (le cosiddette “feste di settembre”), indetti per celebrare la nascita della Beata Vergine, patrona della città e festeggiata l’8 settembre.
Dal 6 all’8 settembre, in una delle piazze principali della città, Piazza Leopardi, si svolge la tradizionale Festa della Birra, organizzata con la collaborazione della città tedesca di Altötting (gemellata con Loreto). Il 7 e l’8 settembre si svolge inoltre la fiera annuale lungo Via Sisto V, che costeggia le mura cittadine. La sera dell’8 settembre nella stessa piazza si svolge la tradizionale tombola a cui fa seguito uno spettacolo di fuochi d’artificio lungo Via Sisto V, che tradizionalmente pone fine ai festeggiamenti.

Loreto

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Loreto (disambigua).
Loreto
comune
Loreto – Stemma
Loreto – Bandiera
Loreto – Veduta

Loreto dalla Valle del Musone.

Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Coat of arms of Marche.svg Marche
Provincia Provincia di Ancona-Stemma.svg Ancona
Amministrazione
Sindaco Moreno Pieroni (lista civica) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate 43°26′25.08″N 13°36′26.75″E

Altitudine 127 m s.l.m.
Superficie 17,9 km²
Abitanti 12 870[2] (31-5-2022)
Densità 718,99 ab./km²
Frazioni Villa Musone, Villa Costantina, Stazione, Villa Berghigna, Costabianca, Grotte[1]
Comuni confinanti CastelfidardoPorto Recanati (MC), Recanati (MC)
Altre informazioni
Cod. postale 60025
Prefisso 071
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 042022
Cod. catastale E690
Targa AN
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climatica zona D, 1 897 GG[4]
Nome abitanti loretani o lauretani
Patrono Natività della Beata Vergine Maria
Giorno festivo 8 settembre
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Loreto
Loreto
Loreto – Mappa

Posizione del comune di Loreto nella provincia di Ancona

Sito istituzionale

Loreto è un comune italiano di 12 870 abitanti[2] della provincia di Ancona nelle Marche.

Famosa per ospitare la basilica della Santa Casa, la città di Loreto è uno dei più importanti e antichi luoghi di pellegrinaggio mariano del mondo cattolico.

Loreto e Porto Recanati viste dalla stazione spaziale internazionale (estate 2007)
La basilica di Loreto

La città sorge sulla sommità del Monte Prodo, una modesta altura circondata da un’ampia campagna caratterizzata dalla coltura dell’olivo. Svetta per altezza la sagoma della cupola e del campanile della Basilica sulla cui cima si trova la figura della Madonna. Il panorama spazia dal mare Adriatico al Monte Conero, fino all’Appennino umbro-marchigiano.

Storia

La città si è sviluppata dall’incrocio di vie di passaggio intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia della “Santa Casa” di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque e visse e dove ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù.

Origini La tradizione cattolica

Fin dai primi secoli dell’era cristiana, la tradizione affermava che a Nazareth si trovasse la piccola dimora della Vergine, dove ella nacque, crebbe, dove ebbe luogo l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse fino alle nozze con Giuseppe. Dopo la Risurrezione, gli Apostoli si sarebbero riuniti in questa casa e avrebbero celebrato l’Eucaristia conformemente all’insegnamento di Gesù[5].

Agli inizi di maggio del 1291, Nazareth e tutta la Palestina erano dominio dei Mamelucchi d’Egitto. Secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono via in volo. Il 10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersatto, nei pressi della città di Fiume; furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la Santa Casa e con essa si alzarono in volo attraversando l’Adriatico e fermandosi nelle Marche. Essi la posarono nei pressi di Ancona, sul colle su cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, località (oggi pienamente inserita nel contesto urbano anconetano) il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi, poi gli angeli la sollevarono nuovamente (secondo i detrattori di Ancona perché la città dorica, per la presenza del suo porto cosmopolita, era piena di ebrei e miscredenti) e la posarono più a sud, nei pressi di Porto Recanati, in località Banderuola.

Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa[5]. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa sarebbe stata nuovamente spostata dagli angeli, questa volta sul Monte Prodo (ove poi nacque la cittadina di Loreto), su un terreno di proprietà dei conti Stefano e Simone Rinaldi di Antici, due fratelli che presto iniziarono a trarre profitto dai continui pellegrinaggi di fedeli al punto da fare una petizione al papa Bonifacio VIII per divenirne proprietari[5]. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e la posarono, alla fine del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta di lauri. Dal termine latino laurus il luogo si chiamò Lauretum, e quindi Loreto.

Il viaggio della casa di Nazareth verso Loreto è detto “traslazione della Santa Casa” e con tale nome è rappresentato nelle opere degli artisti dei secoli passati[6]. Nelle Marche e in Umbria è viva la tradizione di accendere grandi fuochi (i focaracci o fogaró della Venuta) nella notte tra il 9 e il 10 dicembre per “rischiarare il cammino alla Santa Casa”; si tratta dei fuochi della festa della Venuta, intendendo per “venuta” l’arrivo della Santa Casa. Nel 1617, grazie all’iniziativa del frate cappuccino anconitano fra’ Tommaso, l’usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche[7]. Per questo motivo nel calendario cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il 10 dicembre, giorno in cui si celebra anche la giornata delle Marche. Il 12 settembre 1920 ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione della Madonna di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”, decretata con breve apostolico di papa Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno.

La controversia scientifica sull’origine palestinese dell’edificio

Molteplici analisi scientifiche[senza fonte], frutto di studi iniziati con metodo empirico pochi anni dopo l’evento, e successivamente continuati con metodo galileiano, sembrano attestare l’originalità costruttiva dell’edificio e la verosimile provenienza della Casa dall’Oriente e segnatamente dalla regione storica della Palestina, sia in base allo stile architettonico, sia in funzione dei materiali costruttivi, avulsi dal territorio italico (in particolare delle Marche), mentre tipici all’epoca in Terrasanta. Tuttavia, secondo uno studio del geologo Antonio Veggiani, tutti i tipi litologici presenti nei muri della Santa Casa si trovano anche nell’Appennino umbro-marchigiano.

Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili sulle pareti della Casa, che ritraggono santi della chiesa orientale e riportano il passaggio dei pellegrini che sin dall’era dell’imperatore Costantino visitavano l’edificio. Inoltre, le dimensioni dell’abitazione coincidono con quelle del “buco” rimasto a Nazareth nel punto dove prima si trovava la Casa[8].

Gli studiosi sarebbero inoltre concordi sul fatto che, come accennato precedentemente, la Casa partì da Nazaret nel 1291 e, dopo essere transitata per la Dalmazia, ossia dopo essere rimasta per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto nel dicembre del 1294.

L’ipotesi della “Traslazione” ad opera della famiglia Angeli Comneno

Una teoria afferma che il trasferimento della Santa Casa fu operato dai principi Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale di Costantinopoli.

Questa teoria è comunque tuttora oggetto di discussione, principalmente per il fatto che tutti i mattoni della Casa sono ancora saldati dalla malta che si usava in Palestina, ovvero un misto di solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna, secondo una tecnica nota in Palestina duemila anni fa, ma mai impiegata in Italia, e questo rende evidente che i crociati avrebbero dovuto fisicamente staccarla e trasportarla come un unico blocco. Tale obiezione è stata formulata dal Prof. Emanuele Mor, docente di Elettrochimica all’Università di Genova, che sostiene l’ipotesi sovrannaturale della traslazione[5].

Un diretto collegamento con la famiglia Angeli dell’Epiro è rappresentato da due monete rinvenute nel sottosuolo della Santa Casa, le uniche riconducibili alla data della traslazione tra le centinaia ritrovate nel sito mariano. Sono inerenti a Guido II de la Roche, duca del feudo francese di Atene dal 1287 al 1308, figlio di Elena Angelina Comnena, detta Elena Angeli, nipote di Niceforo Angeli e cugina di Margherita Angeli. Infatti, nei secoli passati era sovente sotterrare monete nelle fondamenta di edifici importanti, soprattutto sacri, per indicare l’epoca e i protagonisti della loro costruzione.[senza fonte]

Un riferimento alla versione della Traslazione della Santa Casa effettuata non dagli angeli divini, ma da esponenti della famiglia Angeli Comneno, è contenuto in un quadro, dipinto alla maniera degli ex-voto, nel quale è rappresentato il viaggio per mare della Santa Casa, con una scritta che cita appunto la famiglia Angeli: il dipinto è esposto al pubblico in una delle sale del Museo-Pinacoteca “Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto“, al secondo piano del Palazzo Apostolico.

L’incertezza circa la tesi della traslazione ad opera della famiglia Angeli è legittimata anche dal fatto che essa sarebbe supportata dal ritrovamento di documenti posteriori al 1294, la cui autenticità è molto dubbia.

Il “falso storico” del Chartularium Culisanense

Nel maggio del 1900 al futuro vescovo di Digione mons. Landrieux venne confidata da Giuseppe Lapponi (archiatra pontificio) la scoperta di certi documenti negli archivi vaticani. Essi testimoniavano come una nobile famiglia bizantina di nome Angeli o De Angelis, discendente dagli imperatori di Costantinopoli, asportò nel XIII secolo le mura della Casa della Madonna da Nazaret e le portò in Italia, salvandole dalle devastazioni musulmane. Questi documenti, però, non furono mai trovati né visti da alcuno, nonostante le numerose ricerche. La notizia sarebbe comunque confermata dalla copia di un presunto antico codice diplomatico, ora conservata presso la Biblioteca Pubblica Statale dell’Abbazia di Montevergine.

Il Chartularium Culisanense[9] è un codice diplomatico dell’Ordine Costantiniano Angelico originario di Santa Sofia, istituito dal despota dell’Epiro Niceforo I Angelo-Comneno. Il codice è conosciuto anche con il nome di “culisanense” in quanto conservato nel palazzo dei principi Angelo-Comneno (conosciuti come De Angelo o De Angelis) di Collesano, nella provincia di Palermo, città che dall’831 al 1072 fu un importante avamposto islamico in Occidente per poi divenire, con la cacciata degli Arabi, capitale dell’impero creato da Federico II di Svevia.

Il codice parla anche della vicenda della Santa Sindone. Il foglio 181, uno dei tre fogli sopravvissuti in copia e recentemente pubblicato (1985), attesta che le Sante pietre prese dalla Casa della Vergine Maria di Nazaret e un’icona raffigurante la “Madonna col Bambino in grembo” (esistente già agli inizi del XIV secolo nel sacello e poi sostituita con una statua lignea), tutti elementi costitutivi del Santuario Lauretano, furono donate da Niceforo I Angelo-Comneno, detto Niceforo Angeli, nel settembre-ottobre 1294 come dote di matrimonio alla figlia Ithamar Angelo Comneno Ducas – detta Tamara o Margherita Angeli – con Filippo I d’Angiò, principe di Taranto e figlio del re di Napoli Carlo II. La corrispondenza cronologica fra il matrimonio e la data d’arrivo della Santa Casa nelle Marche, il 10 dicembre 1294, è evidente. Il problema è però che tale Chartularium, di cui non esiste alcun originale, ma soltanto la sedicente copia ottocentesca di tre fogli, proviene da una famiglia le cui millantate origini principesche e bizantine sono fasulle, come falso è il suddetto Ordine Costantiniano e falsi sono gli altri documenti del medesimo cartulario che sono stati presi in esame: ciò spinge a dubitare fortemente dell’attendibilità di tale documento[10].

Altre questioni attinenti alla Santa Casa

La traslazione a Loreto sarebbe avvenuta durante il breve papato di Celestino V. Questi, incoronato a L’Aquila il 29 agosto 1294 per volontà del re di Napoli Carlo II d’Angiò e trasferitosi poi nella città partenopea il 13 dicembre successivo, rinunciò al pontificato. Non mise mai piede a Roma dove lo sostituiva, in qualità di Vicarius Urbis (Vicario del papa), Salvo, vescovo di Recanati. Salvo era stato nominato dall’ascolano papa Niccolò IV nel 1291 e svolse l’incarico fino al 1296. Il “Vicarius Urbis”, durante le assenze dei pontefici da Roma, esercitava un potere giuridico in spiritualibus (indulgenze, reliquie, ecc.). Probabilmente fu allora che il vescovo Salvo, dovendo destinare – a nome del papa – le “Sante pietre” di una reliquia così insigne, pensò al territorio della sua Diocesi di Recanati, facendole approdare al suo porto, attivo fin dal 1229 per concessione dell’imperatore Federico II di Svevia.

Nel testo “Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino” del rev.mo Don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana[11], è possibile trovare altre versioni relative alla Traslazione della Santa Casa.

Nel “breve” pontificio “Felix Nazarethana”[12], il papa Leone XIII elogiava quanti si adoperavano per restituire alla Basilica il suo antico splendore, e concedeva indulgenza e remissione dei peccati, in forma di Giubileo, a quei fedeli che entro un periodo determinato avrebbero eseguito le prescritte opere di pietà.

Lo sviluppo medievale

L’arrivo dell’importante reliquia contribuì immediatamente a fare dell’antica Silva magna de laureto una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo cattolico. Ben presto le mura originarie vennero sopraelevate in laterizio e coperte da una volta. La prima citazione riguardante Loreto risale al 1315, dove si accenna a un rustico Sacello visitato da devoti fedeli. Il piccolo borgo che crebbe tutt’attorno fu chiamato Villa Loreti. Dopo solo una ventina d’anni dall’arrivo della Santa Casa si ha già la orazione di un vero e proprio borgo abitato. L’afflusso di pellegrini portava generose offerte, tanto che insieme ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano i pellegrini lungo il cammino. I rischi riguardavano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni che i Papi cominciarono a inviare a Loreto già dal XIV secolo. Si iniziò così la costruzione di mura di protezione. Per circa un secolo si protrasse la costruzione di un quadrilatero fortificato con quattro torri angolari sorvegliato giorno e notte da guardie. Nella Descriptio Marchiae Anconitanae del 1360 ad opera del cardinal Egidio Albornoz la Villa Sanctae Mariae de Laureto è elencata tra i “Castra” (fortificazioni) appartenenti al comune di Recanati. Quest’ultimo, già grosso centro della Marca anconitana, organizzava ogni anno una fiera di notevole richiamo sia per l’Italia del centro-nord, sia per l’Europa. Commercio, curiosità e devozione mariana finirono per intrecciarsi.

Verso il Rinascimento

La pietà popolare e il numero dei visitatori crebbero a tal punto che nel 1437 Recanati inviò dapprima un sindaco e quindi un capitano della villa.

Dal 1468, per volere del vescovo di Recanati Nicolò de Astis, si diedero inizio ai grandi lavori della Basilica, ben protetta da imponenti muraglioni che le danno ancora oggi l’aspetto di una fortezza. L’anno seguente Papa Paolo II diede forte impulso al cantiere. Infatti da qualche tempo gravava la grande minaccia dei Turchi, atti a continue scorribande nell’Adriatico e a violente razzie, distruzioni e uccisioni una volta approdati a terra. Notizie di tentativi di sbarchi si hanno nel 1456 a Porto Recanati, col pieno proposito di assaltare il Santuario, ma lo sbarco fu coraggiosamente respinto dagli abitanti; un altro vi fu nel 1479 a Grottammare con gravi conseguenze e un altro ancora l’anno seguente con stragi in Puglia. Il 5 giugno 1518 il sultano turco Selim I, detto Il Crudele, assaltò Porto Recanati riuscendo a penetrare nel castello e a depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinse Papa Leone X ad ordinare la costruzione di una nuova e forte cinta muraria in brevissimo tempo. Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse da ImolaAndrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane. Al contempo furono messi al lavoro ben 400 operai.

Nel 1482 Loreto viene elevata a parrocchia dal sempre più crescente numero dei residenti e da quanti operavano nel paese; aumentavano, così, tutti quei servizi che facevano accrescere sia il benessere, sia il lavoro e tutti quegli uffici che attiravano popolazioni da altre zone. Venne costruito un ospedale e dimore per i pellegrini che arrivavano da ogni parte del mondo. L’indulgenza plenaria[13] che Papa Gregorio XIII concesse ai fedeli che avessero visitato il luogo sacro nelle “Feste principali del Signore e della Madonna” contribuì a far lievitare il flusso dei pellegrini.

Papa Sisto V diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Istituì i cavalieri lauretani, un ordine cavalleresco specifico a tutela della Santa Casa. Con la sua bolla del 1586 elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini, tanto che si dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l’acqua delle vigne di Recanati alla piazza del Santuario, completato il 2 dicembre 1606.

Le vicende napoleoniche

Veduta di Loreto nel 1725
Natività della Vergine, opera di Annibale Carracci dipinta nel 1598-99 per la Basilica di Loreto e oggi conservata nel Louvre

Spariti i Turchi arrivò la minaccia napoleonica. Napoleone Bonaparte stava svolgendo la sua campagna d’Italia e, vittorioso, costrinse il 23 giugno 1796 papa Pio VI a firmare l’armistizio di Bologna, in cui permetteva l’occupazione di Ancona (assieme alla stessa Bologna e Ferrara) da parte dell’esercito francese. Mentre le principali città delle Marche settentrionali spingevano per la proclamazione della Repubblica Anconitana al fine di non tornare sotto lo Stato Pontificio, Loreto, da sempre papalina, trepidava per il saccheggio al tesoro del Santuario.

Il 9 febbraio 1797, alle sette di sera, Napoleone – diretto a Tolentino – giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana. Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città, ma su un bastione vicino era appostato un uomo che armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l’attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a Roma, dove fu nascosto a Castel Sant’Angelo per ordine di papa Pio VI, sembra che i francesi requisirono 94 chili d’oro e 17 quintali d’argento, quadri e cristalli di Boemia dagli armadi. Napoleone entrò anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla a Parigi insieme al tesoro. Durante il periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all’originale), oggi conservato a Cannara (Perugia) e che attualmente rimane l’unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l’incendio della statua originale del 1921, ad essere stato venerato nella Santa Casa[14]. Con il trattato di Tolentino la statua originale finì a Roma per poi tornare, con un viaggio da “Madonna pellegrina” di otto giorni, a Loreto, dove giunse il 9 dicembre 1801.

Le razzie di cui fu fatta oggetto la città sono rievocate da Agostino Rivarola in una lettera del marzo 1797. In questo scritto, monsignor Rivarola in particolare chiama in causa le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l’invasore e da questi nominato governatore generale. Stando alla testimonianza, Sensi dopo aver preso parte al ladrocinio si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione di fronte a questo proposito che lo «scelerato» fu costretto a desistere[15].

Ottocento

Nell’Ottocento il santuario mariano continua ad essere meta di numerosi pellegrinaggi, il culto coinvolge i modesti contadini locali che viaggiano a piedi e dimorano in ricoveri di fortuna, ma anche i facoltosi turisti stranieri, per i quali Loreto è una delle tappe del “Gran Tour” dell’Italia. Fra i pellegrini si ricorda una giovane Santa Teresa del Bambin Gesù, che visitò con devozione la Santa Casa.

Stendhal, nel suo giornale di viaggio in Italia e Svizzera nel 1828 parla di quadri presenti nella basilica di Loreto che sono del Scidone, del Correggio et di Andrea del Sarto… Qui non sono stato le vicende Napoleoniche che hanno fatto sparire tesori della Santa Casa… Oggi ancora, si cerca dove sono questi quadri…[senza fonte]

Novecento

Nel 1921 nel sacello della Santa Casa divampò un furioso incendio che incenerì la scultura della Madonna Nera. Venne subito rifatta per volere di papa Pio XI utilizzando il legno di un cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani.

Fu modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani. Nel 1922 il papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto, dove si trova ancora oggi.

Il 15 settembre 1934 papa Pio XI con la bolla Lauretanae Basilicae soppresse la cattedra vescovile di Loreto, ponendo il Santuario sotto la diretta autorità della Santa Sede.

L’11 ottobre 1935 venne estesa la giurisdizione dell’Amministratore Pontificio al territorio della città di Loreto.

Il 4 ottobre 1962, a una settimana dall’inizio del Concilio Vaticano II, il papa Giovanni XXIII si recò in pellegrinaggio in treno a Loreto e ad Assisi per affidarne le sorti alla Madonna e a san Francesco. Era la prima volta dall’unità d’Italia che un papa usciva dai confini di Roma.[senza fonte] Il Papa fu accompagnato da Amintore Fanfani e l’evento fu immortalato da un filmato dell’Istituto Luce (La settimana Incom 02277 del 11/10/1962).

Nel palazzo apostolico di Loreto si conserva la stanza da letto dove dormì il papa.

Nella notte del 5 al 6 luglio 1944, la cupola del Bramante è vittima del bombardamento tedesco. Gli affreschi del Maccari all’interno della cupola sono distrutti.

Infine, il 24 giugno 1965papa Paolo VI con la bolla Lauretanae Almae Domus soppresse l’Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Pontificia per il Santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Casa, istituendo nello stesso tempo la cattedra vescovile nella Basilica.

Oggi la cattedra arcivescovile della Prelatura territoriale di Loreto è nella Basilica della Santa Casa.

Duemila

Nel 2004 Giovanni Paolo II, al suo ultimo viaggio pastorale da pontefice, visitò Loreto in occasione del raduno “Sei tu la dimora di Dio”, mentre nel 2007, in occasione dell'”Agorà dei giovani italiani”, e il 4 ottobre del 2012, a cinquant’anni esatti dall’arrivo nella città mariana di papa Giovanni XXIII, il comune fu visitato da papa Benedetto XVI.

Monumenti e luoghi d’interesse

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Veduta panoramica notturna della piazza della Madonna.

Piazza della Madonna

Il complesso apostolico di Piazza della Madonna a dominio della città e della valle.
Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Piazza della Madonna.

La piazza della Madonna si apre al termine dell’asse principale del borgo come un vero e proprio spazio monumentale attorno al quale si dispongono i massimi capolavori architettonici di Loreto.

Piazza della Madonna. Sullo sfondo la basilica della Santa Casa.

Basilica della Santa Casa

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Basilica della Santa Casa.

La costruzione della basilica della Santa Casa venne iniziata nel 1468, ma fu terminata solo verso il XVII secolo e completata dal campanile ad opera di Luigi Vanvitelli nel 1755. Vi lavorarono i migliori architetti del tempo: Baccio PontelliBramanteAndrea SansovinoGiuliano da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. La basilica è in stile goticorinascimentale a pianta a croce latina, nata da un’antica struttura a tre navate con un’altra che reca al centro una croce greca. La cupola ottagonale fu eretta tra il 1498 e il 1500 da Giuliano da Sangallo. Anche il Bramante partecipò alla realizzazione della facciata, ma non si può vedere l’opera del maestro in quanto fu edificata da Giovanni Boccalini; l’interno è a tre navate separate da colonne quadrate con sopra crociere a costole. Un recinto marmoreo riveste la santa casa e fu progettato dal Bramante, ma edificato dal Sansovino.

La cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, mentre le sagrestie di San Marco e di San Giovanni rispettivamente da Melozzo da Forlì e da Luca Signorelli, infine il soffitto e il padiglione della sala del Tesoro dal Pomarancio.

Palazzo Apostolico

Il palazzo Apostolico.
Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Apostolico (Loreto).

I lati nord ed est della piazza della Madonna sono chiusi dal palazzo Apostolico, progettato da Giancristoforo Romano e costruito da Andrea SansovinoAntonio da Sangallo il Giovane e Giovanni Boccalini. Nel progetto originario l’edificio avrebbe dovuto circondare completamente la piazza, ma per il mancato esproprio del lato destro (attualmente occupato dall’edificio dell’ex Collegio Illirico), venne realizzato il solo lato di fronte alla basilica, conforme al disegno primitivo, ad opera dello stesso Vanvitelli.

Fontana Maggiore[modifica | modifica wikitesto]

A sinistra la fontana Maggiore, in piazza della Madonna; a destra particolare della fontana con alcune delle statue bronzee dei fratelli Jacometti.

Al centro della piazza si staglia la fontana Maggiore, opera barocca di Carlo Maderno e dello zio Giovanni Fontana. Realizzata fra il 1604 e il 1614, la fontana è ornata da alcune sculture in bronzo, realizzate da Tarquinio e Pier Paolo Jacometti nel 1622. Il Maderno e il Fontana, attraverso una galleria di quasi cinque chilometri, vi condussero acque scaturienti in territorio recanatese per soddisfare le esigenze, anche igieniche, dei pellegrini.

Monumento a papa Sisto V

Monumento a Papa Sisto VAntonio Calcagni e Tiburzio Vergelli, 1587-89.

Sul lato sinistro del sagrato si scorge il monumento a papa Sisto V, opera eseguita nel 1587 da Antonio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio Vergelli. Fu eretta a spese della provincia della Marca e di otto prelati piceni nominati cardinali da papa Sisto V.

Monumenti

Gruppo scultoreo della Visitazione

La visitazione è un complesso scultoreo monumentale realizzato e donato alla città di Loreto dallo scultore contemporaneo Floriano Ippoliti[16] nel 2015. L’opera rappresenta il secondo mistero gaudioso del rosario, che ricorda appunto la visitazione di Maria a Santa Elisabetta, ed è composta da tre figure femminili in bronzo dorato, alte 2 metri (3 metri da terra considerando il basamento). Le tre donne sono Elisabetta, Maria e, personaggio inedito in questo episodio, Sant’Anna, la madre di Maria. La raffigurazione si ispira infatti alla visitazione dipinta dal Pontormo, nella quale compaiono tre figure di donna.

Il gruppo scultoreo della Visitazione è collocato nello slargo di piazza Papa Giovanni XXIII, situato all’imbocco della piazza del santuario, dunque in posizione assolutamente centrale nella città, posizione determinata dalla volontà di rendere La visitazione un simbolo dell’accoglienza a tutti i pellegrini della città, in quanto la stessa Maria fu a sua volta pellegrina nell’andare a trovare la cugina Elisabetta.

Il monumento è inoltre un inno alla maternità, in quanto le tre sante raffigurate sono tutte e tre madri per antonomasia: Maria ed Elisabetta sono entrambe incinte per miracolo divino, mentre sant’Anna è la madre della Madonna.

La raffigurazione di Ippoliti si caratterizza inoltre per l’impatto scenico. Scrive in proposito lo storico dell’arte Claudio Strinati: “Sembra che Ippoliti abbia avuto, davanti a sé, il ricordo della grande pittura monumentale fiorentina del primo Cinquecento, da Andrea del Sarto al Pontormo e, insieme, abbia fissato nella mente la rimembranza di quei grandi scultori quattrocenteschi, specie di area bolognese, come Niccolò dell’Arca, potente evocatore della forza drammatica dell’immagine femminile nell’arte sacra. Certo, Ippoliti è uno scultore dei nostri tempi e la sua forma è scabra e, appunto, essenziale, priva di ogni retorica o sentimentalismo, ma, anzi, in qualche modo energica e perentoria. Dunque, l’opera che, d’ora in avanti, sarà vista da tutti i pellegrini giunti a Loreto, si accamperà come un monito e un richiamo solenne”.

Architetture civili

Il palazzo comunale
Palazzo Municipale

Di gusto rinascimentale, il palazzo Municipale sorge lungo corso Boccalini, l’arteria principale della cittadina, la cui edificazione è attribuita a Marino di Marco Cedrino o a Giuliano da Maiano.

Palazzo del Comune

Costruito in laterizio alla fine del XVI secolo. La torre civica, leggermente inclinata, venne eretta nel XVII secolo per volere del protettore della santa casa, A. Barberini, da Giovanni Branca. La merlatura venne aggiunta nel 1887.

Piazza e fontana dei Galli
La Fontana dei Galli.

Piazza Leopardi, meglio conosciuta come piazza dei Galli si apre davanti la cinquecentesca Porta Romana. Deve l’aspetto odierno all’impianto di urbanizzazione settecentesco, all’epoca della costruzione del campanile del Vanvitelli, tanto che venne sistemata inizialmente col materiale ricavato dalla demolizione del vecchio campanile. Al lato della piazza si apre un loggiato, detto portico delle transenne, eretto nella seconda metà del XVIII secolo come riparo ai pellegrini che arrivavano di notte al santuario e che trovavano chiuse le porte della città. In seguito vi si aprirono delle botteghe, divenne luogo di posta e di partenza delle diligenze con relativo riposo dei cavalli. Tra il verde dei giardini del lato opposto al portico si trova la fontana dei Galli, fatta costruire nel 161416 da Antonio Maria Gallo e decorata con stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fratelli Tarquinio e Pier Paolo Jacometti.

Acquedotto degli Archi

Fu voluto da papa Paolo V, in seguito al vertiginoso sviluppo di Loreto e dal sempre crescente flusso di pellegrini. Venne iniziato con il capitolato d’appalto del 2 dicembre 1606 e terminato nel 1620. Il progetto di condurre le “acque delle Vigne” di Recanati alla piazza del Santuario, venne affidato a Giovanni Fontana e Carlo Maderno. Una derivazione, attraverso Porta Romana, forniva acqua anche alla fontana di piazza dei Galli.

Architetture militari

Mura e porte cittadine
Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Mura di Loreto.
Veduta delle mura col torrione del Sangallo.

La città è circondata da una cinta muraria eretta a partire già dal XIV secolo come difesa, soprattutto dalle incursioni turche nell’Adriatico. Dopo l’assalto a Porto Recanati del 5 giugno 1518 da parte del sultano Selim I il Crudele, papa Leone X avviò rapidamente la ricostruzione completa delle mura. Dal 1518 al 1522 ci lavorarono tre architetti: furono ideate da Antonio da Sangallo il Giovane, realizzate da Cristoforo Resse da Imola e perfezionate da Andrea Sansovino. Il cantiere doveva compiersi in fretta, come da precisi ordini papali, così venne impiegato il materiale da costruzione preparato per il porto di Recanati, e furono messi al lavoro 400 operai, anche di domenica. Le mura vennero dotate di merli arcuati binati e di bastioni, e munite di 26 pezzi d’artiglieria. Sul lato meridionale si apre la porta Romana, edificata su disegno dell’architetto maceratese Pompeo Floriani, padre di Pietro Paolo Floriani verso il 1590 e decorata con due statue di profeti scolpite da Simone Cioli nel 153841, destinate in un primo momento al rivestimento marmoreo della Santa Casa. Sul lato settentrionale, dietro le absidi della basilica, si apre la cosiddetta porta Marina, aperta al tempo di papa Clemente VII (15231534), ma costruita da Giovanni Branca nel XVII secolo con l’ornamento delle caratteristiche api barberiniane di papa Urbano VIII (16231644). Il bastione Sangallo, dal nome dell’architetto che lo progettò, conserva al suo interno le antiche casematte da cui si difendeva la città, nonché una piazza d’armi. Oggi ospita una sala-teatro polifunzionale.

Cimitero militare polacco di Loreto
Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Cimitero militare polacco di Loreto.
Cimitero militare polacco di Loreto

Di fronte alla porta Marina si scende il crinale della collina percorrendo la cosiddetta scala santa e si raggiunge il cimitero militare polacco, luogo di sepoltura di 1080 soldati polacchi caduti nella seconda guerra mondiale.

Geografia antropica

Rioni

Mura, Costabianca, Grotte, Stazione, Villa, Pozzo, Piana, Monte, Ponte[1]

Frazioni

Villa Musone, Villa Costantina, Stazione, Villa Berghigna, Costabianca, Grotte[1]

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[17]

 

Loreto e l’Aeronautica Militare

L’Aeronautica Militare è profondamente legata alla città: attualmente Loreto è sede del Centro di Formazione Aviation English (CENFORAVEN o CenForAvEn)[18] il cui scopo è migliorare la conoscenza delle lingue estere di tutto il personale dell’Aeronautica e delle altre Forze Armate destinato ad operare in contesti internazionali. Compito primario del CENFORAVEN risulta essere quello di erogare “Inglese Tecnico” di interesse per il mondo aeronautico (“aviation English”).

Dal 1930 al 1984 ha ospitato l’O.N.F.A. (Opera Nazionale Figli degli Aviatori), mentre dal 1988 al 2010 la Scuola Perfezionamento Sottufficiali.

Cultura

Museo storico aeronautico

Il Museo storico aeronautico ha la sua peculiarità nell’esposizione di centinaia di divise militari dell’aeronautica, alcune pezzi unici.

Economia

A Loreto si trova la sede della Rainbowstudio di animazione noto a livello internazionale, soprattutto per la serie di cartoni animati delle Winx.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 12 maggio 2001 Massimo Marconi Lista Civica di Sinistra Sindaco [19][20]
13 maggio 2001 7 giugno 2010 Moreno Pieroni Lista Civica Sindaco [21][22]
8 giugno 2010 16 maggio 2011 Paolo Niccoletti Lista Civica Sindaco Facente funzioni [23]
17 maggio 2011 10 novembre 2014 Paolo Niccoletti Lista Civica – Insieme per Loreto Sindaco [24]
11 novembre 2014 30 maggio 2015 Simona Calcagnini Commissario prefettizio
31 maggio 2015 22 settembre 2020 Paolo Niccoletti Lista Civica – Adesso Loreto Sindaco [25]
22 settembre 2020 in carica Moreno Pieroni Lista Civica – Loreto nel cuore Sindaco [26]
Gonfalone comunale

Gemellaggi

Loreto è gemellata con:

Sport

Calcio

Il C.S. Loreto, la squadra calcistica principale della città milita nel campionato di Promozione regionale, l’altra è il Villa Musone (squadra dell’omonima frazione) che gioca in Prima Categoria. Altre due squadre minori, che militano in Terza Categoria, sono l’Acli Villa Musone e l’Europa Costabianca.

Calcio a 5

L’Usd Acli Villa Musone Calcio a 5 nasce nel 1995 milita nella serie D provinciale, dopo esperienze in serie C1, C2 regionale . Nel 2010 oltre alla Prima squadra la società inizia anche con il settore giovanile. Attualmente è presente nelle categorie: Serie D Under 21 Juniores Allievi Giovanissimi.

Ciclismo

Il 16 maggio 1995 la 4ª tappa del Giro d’Italia 1995 si concluse a Loreto con la vittoria dello svizzero Tony Rominger.

Il 15 marzo 2009 la 5ª tappa della Tirreno-Adriatico 2009 partì da Loreto e si concluse a Macerata con la vittoria del tedesco Andreas Klöden.

Il 13 settembre 2020 la 7ª tappa della Tirreno-Adriatico 2020 si concluse a Loreto con la vittoria del nederlandese Mathieu van der Poel.

Pallavolo

La squadra maschile della Pallavolo Loreto ha militato per lungo tempo in Serie A2. Inoltre ha disputato quattro stagioni nella massima serie (dal 1978 al 1981 e nella stagione 2009-2010).

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: giornalebrontolonews@gmail.com

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