1-IN SELLA ALLA STORIA

IL CAVALLO DEL VESCOVO-ELEONORA D’ARBOREA e il servitore punito “IN SELLA ALLA STORIA” DI RITA PITTALIS

La foto è indicativa non riferita alle storie

17 Ottobre 2022

Ben ritrovati,
mi scuso per l’assenza, dovuta a motivi di salute, aggiungendo che, ahimè, non sarà l’unica.
Lasciamo da parte i problemi e inoltriamoci per pochi minuti nel mondo delle leggende, un
mondo di antichi racconti popolari, di storie fantastiche, che vedono il nostro superbo
animale protagonista delle stesse.
Oggi ho deciso di affrontare un argomento più leggero, per distaccarci un po’ dal
tecnicismo equestre che solitamente si affronta giornalmente.
I cavalli, come tanti altri animali, sono sempre stati fin dall’antichità protagonisti di storie e
leggende, alcune delle quali riportanti anche una parte di verità storica; andrò a raccontarne
due: una ambientata in Italia, in Sicilia e una in Sardegna. Sono storie che hanno sempre un
intento istruttivo, sociale, pedagogico e come tutte le favole, leggende, storie, rivolte ad un
pubblico adulto.
Iniziamo con la prima; queste è ambientata in Sicilia, per la precisione a Catania, in un
tempo tanto lontano, che attesta addirittura Re Artù in Trinacria…
Il Cavallo del Vescovo
Durante il regno dell’Imperatore Svevo Enrico IV, terribile e violento, noto per il suo
carattere intransigente, fu nominato Vescovo un uomo dissoluto e malvagio, sanguinario e
privo di pietà verso ogni creatura, tranne che per il suo destriero.
Era questo accudito meglio di un bambino,vezzeggiato come un’infante; il cavallo riceveva
un trattamento che andava oltre l’amore verso un animale; quel bellissimo soggetto era
moto di vanto per il terribile Vescovo e nessuno poteva avvicinarlo senza provare in cuor
suo timore, per ciò che sarebbe potuto accadere se gli fosse successo qualcosa di
spiacevole!
Volle un giorno che sua Eccellenza affidò la superba bestia alle cure di uno scudiero e due
palafreni, questi alquanto sprovveduti evidentemente, affinché lo conducessero al pascolo
nei pressi dell’Etna; come possa essere capitato non è dovuto sapere ma il cavallo,
liberatosi dall’intralcio dei due inesperti, iniziò una folle corse verso il cratere.
Lo scudiero gli si mise dietro mentre i due palafreni rimasero attoniti e pensarono,
scioccamente, di fare rientro dal Vescovo per metterlo al corrente dell’accaduto … mai
l’avessero presa quella decisione: il prelato colmo d’ira per quanto rivelatogli fece
decapitare seduta stante i due malcapitati messaggeri!
Lo scudiero intanto continuava la sua corsa per raggiungere l’animale, ma raggiunto il
destriero questi si lanciò verso il cratere! Quale non fu la disperazione del ragazzo, come
avrebbe potuto far ritorno da quell’uomo crudele? Mentre piangeva disperato, un uomo di
veneranda età si mostrò a lui intimandogli, dolcemente, di seguirlo.
Il ragazzo ripresosi dalla sorpresa si trovò a seguire l’uomo, che lo condusse in un anfratto
del monte: si inoltrò in una sontuosa stanza, ricoperta d’oro, con al centro un trono su cui si
trovava assiso un uomo leggendario, rispettato e venerato da tutti: Artù di Camelot!
Il ragazzo presto si genuflesse di fronte al leggendario signore e questi parlò allo scudiero:
”Fa ritorno dal Vescovo, riferisci che sei stato al mio cospetto. Riferisci che la sua crudeltà
ha posto inimicizia tra lui e Dio nostro Signore, pertanto verrà punito attraverso me. Se
vorrà rivedere il suo prezioso cavallo giunga qui in penitenza, entro quattordici giorni,
altrimenti presenterà il suo operato all’Altissimo. Va ora, non indugiare oltre!” e così
dicendo gli fece dono di un mantello e un sacco di monete d’oro.
Il ragazzo corse a perdifiato, pensando di aver sognato, ma i beni in suo possesso
confermarono che quanto accaduto corrispondeva a realtà.
Deciso a mantenere il proprio onore nei confronti del Re fece ritorno a Catania; Il malvagio
Vescovo non credete a una sola parola, anzi accusò lo scudiero di aver barattato la sua
preziosa cavalcatura.
Il ragazzo, torturato e interrogato più volte, ripeteva sempre la stessa storia senza cambiare
una virgola. Al quindicesimo giorno lo stesso presule emise la sentenza; lo scudiero
sarebbe stato arso al rogo per stregoneria quello stesso giorno, ma emettendo la sentenza
emise un rantolo e cadde a terra morto.
Così Dio e Re Artù liberarono Catania dalle grinfie del Vescovo sanguinario.
La seconda storia arriva dalla Sardegna e vede protagonista la Giudicessa Eleonora.
Eleonora D’Arborea e il servitore punito.
Si racconta che un membro della famiglia della Giudicessa perdonò un fatto talmente
disonorante da essere preso per “minchione”.
Pare che un servitore, innamoratosi della moglie dell’incauto cugino della regina, osò
penetrare nelle sue stanze favorito dall’oscurità, fino a giacere con la donna.
Quando ci si rese conto dell’inganno, e questa chiese giustizia davanti al marito, anziché
punire severamente il servo questi lo ammonì verbalmente!
Venuta a conoscenza dell’ignobile fatto, la Judicissa decise di porvi rimedio
personalmente, come era suo costume.
Conoscendo la passione che il malevolo servitore nutriva per i bei cavalli lo fece condurre
al suo cospetto, con l’inganno.
Egli infatti era convinto che Eleonora non fosse a conoscenza del fatto ma restò sorpreso
viepiù quando questa gli disse di volergli fare un dono per la sua abilità e astuzia,
d’altronde aveva tenuto in scacco un membro della sua famiglia; povero sciocco!
Gli fece dono di una superba cavalcatura, invitandolo a montarci su per avere ragione di
quello splendido dono… il cavallo splendido lo era per davvero, come per davvero era
affamato e ancor di più assetato, essendo stato rinchiuso per parecchi giorni in una stalla.
Come lo sciagurato fu in sella, e le porte della corte si aprirono, questo iniziò una folle
corsa alla ricerca di acqua; il cavaliere invano cercò di tenerlo a freno ma nulla poté contro
arsura e forza fisica.
Arrivati vicino a un dirupo il destriero, si liberò della sua cavalcatura, disarcionando il
servo infedele, che così trovò la morte.
Nessuno poteva disonorare il Casato dei Bas- Serra. Eleonora aveva dettato legge, anche in
quel caso..
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento, a presto per nuovi viaggi in sella alla
storia.
Rita

Consigli di Lettura
 G,.Caponetti, La leggenda del cavallo verde, Brioschi Editore, 2021
 D. Turchi, Leggende e racconti popolari di Sardegna, Newton Compton, 2022
 E. Young, Leggende celtiche, Terra di Mezzo Editore, 2010

About the author

Pier Camillo Pinelli

Ex Fantino, ora Editore e Direttore responsabile di questo Giornale online e la penso così: "per farsi dei nemici non è necessario dichiarare Guerra, basta dire quel che si pensa" (Martin Luther King)
per mail: giornalebrontolonews@gmail.com

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