1-L'ANGOLO CULTURALE

OSVALDO PERSONENI ED IL MICHELANGELO: tra nodi legnosi ed ossessioni

15 Giugno 2022

OSVALDO PERSONENI ED IL MICHELANGELO: tra nodi legnosi ed ossessioni

“Guarda, sembra mi stia dicendo qualcosa!” Esclamo rivolgendomi ad un’amica non appena lo sguardo mi cade su due occhi bruni e profondi di una testa di cane in legno.
“Abbaiando, vorrai dire.”
A rispondermi è un uomo maturo appollaiato su di uno sgabello in paglia al cospetto di un muso di segugio ancora alienato e vestito di riccioli di noce.

Faccio intendere mi riferissi al potere comunicativo del suo operato. Ma incalza, sospettando che un’affermazione tanto fantasiosa possa essere partorita solo da una gattara, o da una persona troppo sensibile.
Una prepotenza comunicativa che quindi spero esondi sotto forma di parole e non più a colpi di martello su quel cranio di cane tumefatto.

“Mi sciupo su di un cane a cui lavoro senza sosta. Non funziono. So di dover morire. Mi ostino e non concludo. In questa fabbrica ambulante, quindici ore al giorno. E da questo tronco di legno non ne viene più fuori nemmeno un rantolo di respiro.
..Il difetto ed il limite dell’artista . Voler a tutti costi sopravviversi.
E ci accaniamo, chiedendoci quale sia mai il modo per poter scampare all’oblio. E mica lo troviamo.
Arroganti e stupidi nel volerci sigillare alla storia. Cosa siamo poi, nell’infinito del tempo. Che sciocco. Cosa voglio lasciare. E poi a chi. E poi perché.
Ti dico una cosa, che è insieme tutte le cose che posso aver agognato, che mi hanno disturbato, chiuso in questo taciuto scolpire per dare vita eterna poi ad un ego, al genio, alla passione:
Michelangelo terminato il suo Mosè, prese il martello e se lo picchiò sul ginocchio.
“”Perché non parli? Osò dire al suo uomo di marmo.””
Non c’è movimento, non c’è azione nell’obbiettivo raggiunto, non c’è vibrazione in una lotta giunta al termine. C’è il vuoto del poi. E di quell’ora che ti riporta inerme ai patti che stringi con la vita quando ti ci catapultano. Un’azione finita, conclusa, ti regala al tempo, ma immobilizza quello che nel mentre stai consumando. Ti spezza il fiato un istante, ma non regala il respiro nemmeno ad una formica.
Ci raccontano del Creatore. Ma l’unica cosa che a Questo si avvicina sai chi è? La Donna.
Creatrice suprema dell’arte, ma in divenire. Ah, che capolavoro.
Guarda me, uomo, cosa te ne faresti di uno come me, dopo che gli è stato diagnosticato un tumore alla prostata? Che sai, quel giorno, me lo ricordo bene. Questo maledetto cancro. Presi una beretta e mi chiusi nello studio.
Ma c’erano queste teste di cane. Maledette. Mi guardavano. E sai che mi hanno detto? Prima finisci il lavoro, poi te lo tiri, semmai, un colpo in testa. Cazzi tuoi se c’hai il cancro. Che sai, gli artisti ce l’hanno un pò tutti il vizio di lasciare alla storia capolavori a metà.
Il fatto è che lo faccio con ossessione. Sono ossessionato da questi bracchi. Guarda questa. Così severa. Povera, con tutte le martellate che le ho dato in testa. ”

“Come si chiama?”

“Rompicoglioni. Che non vuole che la finisca. Guarda che occhio sinistro, diabolico. Si scheggia come burro.
Quindici ore al giorno. Ossessioni. E sai, non potrei mai farne, ad esempio, di cavalli.  Perché non ne conosco l’odore, i movimenti tanto da ridisegnarli, non ho dato mai loro cibo, e non ci ho dormito insieme, non so al loro sudare la sensazione che proverei nel toccarli. E’ qualcosa che centra con l’adrenalina. Con le viscere. Con la passione. Per fare o parlare di qualcuno, devi amarlo. Tanto onesto da essere vicino al vero. L’artista è un tramite, un rivelatore. La menzogna non è contemplata. Ma l’ossessione a quanto pare sì.”

“Non è la sua maniera inconscia di manifestare attaccamento alla vita nella maniera più naturale e passionale che abbia sperimentato? ”

“Sono lavori pagati. Che aspettano di arrivare il committente.”

“E rabbia allora? Per il senso di ingiustizia o di impossibilità o costipazione che nasce al sorgere di una malattia che sembra volerci mutilare nelle intenzioni prima ancora che nelle azioni?”

“Non ho più rabbia. Ho settant’anni. Sono consapevole.”

Le capita mai di passare un giorno senza scolpire?”

“No.”

Si prende la sigaretta in bocca, si alza ed inciampa.
Per fortuna non hanno la coda questi cani, gliela avrebbe pestata.

“Ma lunedì la ritrovo?”

“Mi porti una torta?”

“Rilancio con i miei gnocchi al ragù di carne.”

Vorrei dirglielo, che la mia prima esternazione riguardo il cane di legno, è fruita dalla stessa sensazione che ha avvertito quando quegli stessi occhi di noce lo hanno ancorato alla vita.

Miriana Sala

Osvaldo Personeni, nato a Sant’Omobono terme nel 1952, diplomato come geometra, amplia l’attività di famiglia (commercio tessile\abbigliamento) aprendo nuovi ed eleganti negozi a Morbegno in Valtellina e a Varenna sul lago di Como. Appassionato di caccia e di setters, si spinge sino alla Jugoslavia, dove nel 1983 crea la Travel Agency di Semendria sul Danubio, dove ha sede la rappresentanza slava della sua Agenzia di viaggi di caccia. Nel 1991, terminata la permanenza a causa dei conflitti bellici tra le regioni slave, dà una possibilità alla taciuta predisposizione artistica. Ha inizio quindi la sua carriera come sculture di teste di cane. Comincia da Setters e Pointers, per poi spaziare su committenza. Presente in tutte le più importanti Fiere di Caccia d’Italia, il suo successo arriva a toccare New York, Pechino e ancora di più la Beretta Gallery, che fa sfoggio delle sue opere nei prestigiosi punti vendita.

Miriana Sala

 

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